La Corte d’Appello di Palermo ha proclamato Rosario Crocetta presidente della Regione Siciliana. Dunque, è nel pieno delle sue funzioni. I problemi che lo attendono sono numerosi e drammatici, tuttavia ha già lanciato segnali che lasciano ben sperare. Tutti i componenti della Giunta non sono ancora stati resi noti, ma alcuni nomi rappresentano un’ottima realtà. Lucia Borsellino dà garanzie totali in quanto a serietà e onestà. Del resto, nessuna meraviglia, patrimonio genetico ed educazione ricevuta costituiscono validi elementi per riportare legalità ed efficienza nel disastrato settore della Sanità. Franco Battiato è artista delicato e sensibile, la decisione di nominarlo assessore al Turismo e allo Spettacolo è stata accolta con grande soddisfazione da tutti coloro che sperano in un riscatto anche in questo campo. La proposta fatta a Nicolò Marino, Pm della Dda di Caltanissetta, testimonia il proponimento di elevare la legalità (anche con una delega assessoriale ad hoc) al rango che le compete, ci si augura solo che il magistrato accetti l’incarico. In più: costi del personale ridotti, car sharing per la condivisione della auto blu (che scorrazzavano in lungo e in largo in modo spesso del tutto inaccettabile), liquidazione di alcune società partecipate ed altre lodevoli iniziative indubbiamente costituiscono elementi positivi. Un altro particolare, di grande significato morale: vendere un orologio d'oro e di diamanti regalato a Lombardo dal sultano dell’Oman e devolvere il ricavato in beneficienza ai giovani del centro Don Puglisi e alla scuola Falcone di Palermo. Il resto della Giunta, come affermato dallo stesso Presidente, sarà composto da intellettuali di prestigio non tecnici e non politici. Bene, ma tutto ciò non basta, purtroppo. La Regione è ormai diventata sinonimo di clientelismo e sperpero di denaro pubblico, occorrono azioni infinitamente più incisive per riportare buon governo e credibilità. Crocetta ha ereditato un edificio a pezzi che rischia seriamente di crollare, non possono bastare opere pur lodevoli di restauro, è necessario intervenire soprattutto sulle fondamenta. Non solo, ma esiste un altro problema di enorme complessità: riportare le grandi masse a saldare il filo spezzato con la politica. L’astensionismo ha raggiunto livelli mai toccati in precedenza, regnano sfiducia e perfino disprezzo nei confronti della cosa pubblica. E non è possibile alcuna ripresa vera in nessun settore se milioni di cittadini non riacquisteranno ottimismo e voglia di riscatto. Per ottenere tale risultato è indispensabile intervenire in agricoltura, abbandonata da decenni. Curare il territorio e difenderlo da speculazioni edilizie e non. Vigilare sul sistema scolastico e accertarsi che svolga veramente il compito che gli compete. Recuperare le vecchie tradizioni artigianali. Occuparsi seriamente dei consorzi industriali ed eventualmente commissariarli nominando poi dirigenti in grado di stimolare e agevolare la creazione di aziende veramente produttive senza, nel contempo, massacrare quel poco che resta dei migliori terreni agricoli. Provocare una vera rivoluzione comportamentale, inducendo molti di coloro che lavorano nella pubblica amministrazione ad abbandonare per sempre lassismo e inefficienza. In più, il problema dei problemi: i grandi centri industriali. La credibilità del nuovo Presidente e della sua Giunta si rafforzerà o spegnerà proprio su questo settore, del tutto trascurato da decenni. L’inquinamento prodotto è ormai diventato intollerabile, come testimoniano numerosi studi scientifici sul proliferare di tumori e altre gravi patologie. Non sarà per nulla facile, sia per la prevedibile resistenza di poteri forti sia per il ricatto occupazionale. Insomma, non c’è dubbio: un lavoro titanico aspetta colui che le urne hanno recentemente premiato. Se, però, non sarà iniziato e finito in modo ineccepibile, la Sicilia non avrà più un futuro.
Fonte: redazione palermomania.it
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