Visti i primi appelli di Hollande e dei vertici della partitocrazia francese, il rischio le bionde Marine e Marion lo corrono seriamente. Già i media transalpini chiamano a raccolta il popolo contro il pericolo che la democrazia correrebbe in Francia se alcune (se non tutte) delle 13 regioni finissero in mano alle valchirie tricolori: nefasta anticipazione del rischio di trovarsi Marine Le Pen presidente nel 2017.
La canea è partita, risparmio ai lettori il campionario usato per farcire le accuse. Sarkozy, tornato a galla proprio grazie alla presenza del Front National (che inquieta i "moderati"), spera nell'afflusso elettorale di socialisti e comunisti per battere al ballottaggio le temibili zia e nipotina Le Pen.
Ecco, quindi, un bell'esempio di "democrazia occidentale”: sei di gran lunga il primo partito, ma un’accozzaglia temporanea (di sconfitti al primo turno) può tranquillamente espropriarti della vittoria. Ovvero, in soldoni, invece di "votare per" si "vota contro”, bella roba!
Sono le regole del gioco, fatte e imposte dai regimi partitocratici per impedire "presenze scomode” sugli scranni istituzionali.
Nessuno potrà mai arrivare, partendo da una reale opposizione al sistema, a raggiungere il 50%+1 dei votanti. Si troverà sempre contro una coalizione di gente che magari si odia ma che del sistema fa parte integrante.
In Francia, ancora una volta, la "democrazia occidentale" così intesa potrà fermare o frenare Marion e Marine nella corsa alla presa del potere.
In Italia, ammesso che qualche volta si possa andare a votare, potrebbe verificarsi qualcosa di simile con il Movimento 5 Stelle se, come possibile, arrivasse a un ballottaggio. L’Italicum, quanto a truffe, non scherza.
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