Nel giorno in cui l'Orso d’Oro vinto al Festival del Cinema di Berlino potrebbe sbarcare a Lampedusa, non mancano certo argomenti da trattare sia sui media sia sui social. Generalmente si va dalle pessime notizie provenienti dai vari teatri di guerra (con stragi di civili in attentati e bombardamenti "per errore") a quelle, non meno liete, di omicidi compiuti da cittadini "normali" italiani o americani che siano.
Tralasciamole entrambe, almeno per oggi, anche se tra Damasco e Homs la Siria di Assad piange quasi 200 vittime civili del terrorismo jihadista.
Parliamo, scrivendo, di due argomenti più “leggeri” che trattano, comunque, tematiche di spessore sociale: “Fuocoammare” e l'appello dei 400 "intellettuali" per l'approvazione (integrale) della legge Cirinnà.
Il film di Gianfranco Rosi sui migranti e la piccola isola siciliana ha vinto a Berlino, tra gli entusiastici peana della critica, dei media e del governo italici, il film di Rosi dedicato a Lampedusa.
Non ne discuto il valor artistico (non lo ho visto), ma credo proprio si sia aperto un nuovo "filone d’oro", conformista e politicamente corretto, per artisti, giornalisti, scrittori, etc., in parallelo con quello sulla Shoah che ha arricchito tantissimi (specie sinistrorsi e catto-radicalchic).
Peraltro, ho sentito che Rosi ha abbinato i due temi come i più importanti della storia contemporanea.
Qualcuno può negare che il problema dei "migranti" non sia davvero tale per l'Italia e l'Europa? No, di certo. Solo che tutti i media generalisti, Rai e Sky in testa, lo trattano con una visione faziosa e senza contraddittorio reale che risponde ad una precisa strategia: quella di imporre ai telespettatori la necessità ed ineluttabilità della accettazione dei migranti, profughi o clandestini che siano.
Su questo fronte, compatto e saldo, troviamo schierato quello della "società civile" fatto (preminentemente) da attori, scrittori, giornalisti, sociologi, politici,
professoroni etc., tutti ottimamente piazzati e dai portafogli ben guarniti con una comune caratteristica: quella di essere lontanissimi dalla sensibilità sociale, economica e politica di larga parte del popolo.
Si può, infatti, negare che il messaggio corrente, che si vuole imporre agli italiani (in verità pure dalla Chiesa), da quanti detengono le chiavi del potere economico, politico e mediatico, non sia quello del "sì alla accoglienza", totale ed incondizionata, dei "migranti" di oggi e domani? "Senza se e senza ma”, senza "contro" perché sono solo i (presunti) "pro" ad essere presentati ai cittadini che vedono, sentono e leggono (solo quello che viene loro propinato).
Ovviamente, essendo questa la linea "politicamente corretta" del pensiero unico, chi si oppone è (quantomeno) “fascista, razzista, xenofobo" o (per dirla come il democraticissimo, defunto Eco) "imbecille".
Con Fuocoammare fa il paio l'appello dei 400 sottoscrittori per la rapida approvazione della Cirinnà sui diritti civili (comprensivi della accettazione di fatto dello "utero in affitto”). I pensatori radical-chic hanno così lanciato il loro ultimatum ai politici di riferimento: approvate subito tutto oppure ci incazziamo di brutto (è dai tempi del "manifesto contro il commissario Calabresi”, firmato pure dal trapassato Eco, che usano questo sistema).
Secondo il mio concetto di rappresentatività popolare, invece, sarebbe stato più opportuno un bel referendum su questo argomento. Spero che queste mie valutazioni (molto sintetiche) rendano sufficientemente l'idea di quel che voglio porre in evidenza: la distanza che c'è tra gli "intellettuali" di regime (e funzionali ad esso) e moltissimi di noi italiani, forse maggioritari.
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