Enrico Letta ha considerato una vittoria la maggiore flessibilità sui prossimi bilanci concessa all’Italia dalla Commissione europea. Bene, sono contento, ogni tanto riusciamo anche a “vincere”. Sarei, però, curioso, di conoscere la sua opinione sulla bocciatura decretata dal FMI per quanto riguarda l’Imu. Sì, lo so, ha già dichiarato di procedere sulla strada dell’eliminazione, mi riferivo a ciò che pensa realmente. Anche perché il ministro Saccomanni, aveva commentato: “C'è pieno accordo con le conclusioni del Fondo. Il governo terrà conto dell'opinione dell'Fmi che suggerisce di non cancellare l'Imu sulla prima casa. E' una questione che stiamo valutando. Abbiamo indicato un orizzonte di tempo che spero possa essere completato prima delle vacanze di agosto. Certamente terremo conto dell'opinione dell'Fmi". Terranno conto? Non terranno conto? Vedremo, si vedrà. Certo è che non sanno come fare cassa, hanno un disperato bisogno di denaro per sopravvivere qualche mese in più. Il Pdl ha fatto dell’Imu il suo cavallo di battaglia: abolizione subito. Dimenticando precise responsabilità sulla deriva del Paese, adesso cerca di fare il paladino contro il fisco esoso e ingiusto che si accanisce contro le case dei poveri disgraziati. Ottima scelta, che ha fatto piovere fior di voti, ma che non sposta di un millimetro la questione. Il Pd, invece, nicchia, cerca di procrastinare, non sa esattamente dove andare e cosa fare. Per quanto mi riguarda, sono questioni di lana caprina. Toglieranno l’Imu? La sostituiranno con una nuova tassa e il rompicapo sarà risolto. Non vedo il problema. Come sempre, tanto rumore per nulla. Non la toglieranno? Siamo sempre lì. Ma concluderanno qualcosa di positivo? No! Il Paese è destinato al disfacimento. I problemi economici, per il momento, non mi riguardano. Penso, invece, al rifiuto del Presidente della Camera, Laura Boldrini, circa l’invito fattole dalla Fiat. Non sarà presente, dunque, alla cerimonia del 9 luglio in Val di Sangro. Ufficialmente per impegni istituzionali precedenti. Tuttavia, in un messaggio a Marchionne, ha scritto: “Le vecchie ricette hanno fallito e ne servono di nuove. Affinché il nostro Paese possa tornare competitivo e' necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione. Una via che non e' in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali. Non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa''. Non voglio commentare per rispetto verso le Istituzioni, affermo solo che vedo un futuro nero quando la terza autorità dello Stato si rifiuta, a torto o a ragione, di accettare un invito da parte della maggiore azienda operante sul territorio nazionale. Evidentemente esistono trincee che, di certo, dovrebbero essere colmate nell’interesse generale. Ribadisco che non entro nei particolari, mi limito a prendere atto di simile conflitto a così alti livelli. E mi chiedo come si possa progredire. E credo che non possano bastare ricerca, cultura e innovazione. In linea generale, quindi senza alcun riferimento a quanto appena summenzionato, la Nazione è lacerata da troppe tensioni, tediata da orde fameliche di signor nessuno che sbraitano nei salotti televisivi perché altro non sono capaci di esprimere. Personaggi mediocri, spesso senza nemmeno quelle capacità indispensabili per bene operare nell’interesse di tutti, ricoprono ruoli sociali che, invece, richiederebbero ben altre competenze. Ma, soprattutto, manca un vero leader, un personaggio carismatico. In grado, con la sola presenza, di moderare, ottenere vero e maggiore impegno nella gestione della cosa pubblica, stroncare la corruzione e il menefreghismo, fare sparire autentiche nullità. Tanto per non fare nomi, manca Nelson Mandela. Per il momento, nulla di nuovo sotto il sole italiano. Come sempre: vedremo, faremo, si vedrà.
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti