Nel continuare dell’alterco in atto tra i Vescovi italiani, con dietro loro il Papa, e la Lega Nord con i suoi alleati, il primo giudizio che viene da dare è che Salvini, della Lega, ha torto nel dire le cose che dice, nel sostenere le sue tesi, con il linguaggio e i toni di suo uso, perché dà l’idea di porsi rigorosamente fuori da ogni ragione degli altri e questa addirittura dileggiarla. Ma forse più torto questa volta hanno i Vescovi, perché ritengono di poter ovviare alle ragioni della Lega, che non sono solo della Lega, scantonando per questo nell’approssimativo giudizio politico, ed affrontando il problema migranti in nome del facile buonismo cristiano, nulla parimenti suggerendo sulla possibile o meno soluzione di esso. E questo si chiama purtroppo superficialità. Il nostro amatissimo papa Francesco e i Vescovi ci scusino.
Il problema migranti non sta solo nell’arrivo di migliaia di profughi o fuggitivi come disperati verso le nostre coste, questo infatti è solo un aspetto del problema, la sua sostanza sta nel fatto che tutta questa disperazione viene sistematicamente incanalata, alimentata o addirittura creata da organizzazioni di delinquenti senza scrupoli che con essa si arricchiscono. La miseria e la sventura umana è perciò fabbrica di oro per assassini, ma anche per strutture e figure criminali nostrane, come è stato già ben documentato. A questo proposito cosa hanno detto o hanno da dire il Papa e i Vescovi? Salvini dice qualcosa che magari sarà sbagliata, ma il non dire nulla e salvare e quindi continuare a favorire il mercimonio umano, la violenza organizzata e i delitti degli annegamenti in nome del buonismo cristiano, nulla proporre per fermarlo, come va giudicato?
Ecco che il problema è complesso e agire come meglio si crede e parlare di meno è forse l’unica soluzione. Perché l’altra sarebbe quella che sia il Papa che i Vescovi predicassero una nuova crociata, la quale con armate internazionali agguerrite e determinate intimassero alla Libia di fornire le basi per gestire cristianamente le orde dei fuggiaschi e in loco selezionare i passaggi per Europa.
Ma questo ovviamente farà rizzare i capelli, metterebbe in crisi la globalizzazione degli affari e allarmerebbe tutti i cacasotto della Nato, sarebbe bollato come una pazzia. Ma allora si sappia che non c’è rimedio, si continuerà a tamponare con la farsa dell’accoglienza, con l’attribuzione di patenti di buoni e cattivi; con le liti di confine tra i vari paesi, con le morti in mare che continueranno, con le organizzazioni criminali che si faranno sempre più estese, meglio strutturate, sempre più ricche e sempre più spietate. Con le mafie italiane che vi consolideranno i loro affari. All’infinito. Per il futuro della vivibilità dei nostri paesi, coi nostri poveri e disoccupati, chi vivrà vedrà.
Perciò sarebbe meglio, come detto, parlare di meno, senza arroganza e supponenza, giacché nel caso è difficile davvero stabilire quale e dove sia la ragione e come perseguirla. Finché non si ha il coraggio di patrocinare la dura concretezza.
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