Si sono verificati scontri tra studenti e poliziotti all’esterno dell’università “La Sapienza” di Roma. All’interno, un convegno con ben tre ministri: Saccomanni, Lorenzin e Orlando. Intervenuti per la Conferenza nazionale sulla cosiddetta green economy. Motivo delle tensioni? Lascio la parola ai ragazzi: “Siamo stanchi di economia verde, quando poi si costruisce la Tav e si sventra il territorio con infrastrutture inutili, sottraendo risorse a ricerca e istruzione. Stanchi di odiose passerelle”. Risposta del ministro dell’Ambiente, Orlando: “Il dialogo non si sviluppa con le bombe carta”. Chiaramente non sono d’accordo su manifestazioni di violenza, che condanno con tutto me stesso. Tuttavia, condivido in modo totale l’opinione degli studenti.
Mi occupo di protezione della Natura da quando ero ragazzino, eppure non so nulla sul conto del signor ministro. Non è colpa sua, evidentemente, soltanto mia la grave lacuna. Orbene, in ogni caso non sono riuscito a capire a quale dialogo si riferisse. Orlando è il massimo responsabile del ministero solo da qualche mese, d’accordo, ma rappresentava, in seno alla conferenza e con gli altri colleghi, l’attuale Governo. Che, se non sbaglio, è formato da due forze politiche che per almeno due decenni sono state, se non altro ufficialmente, al timone del Paese. E unicamente alle stesse mi riferisco, e alle responsabilità accumulate. Che sono gravissime e, soprattutto, ingiustificabili. Coloro che le summenzionate forze hanno rappresentato e rappresentano, per il momento non mi riguardano. E, allora, mi chiedo quale dialogo si possa instaurare con partiti che nulla hanno fatto per bloccare l’inquinamento a Taranto, Milazzo, Gela, Priolo. Che nulla hanno fatto per impedire che la Campania e l’Abruzzo (per il momento) diventassero cimiteri per scorie tossiche ed esseri umani. Che nulla hanno fatto per impedire le devastazioni ambientali operate da comuni, province, regioni, consorzi industriali e semplici cittadini. Anzi, che sono stati capaci solo di varare condoni su condoni, ossia autorizzazioni di fatto a continuare sulla strada del saccheggio. Dunque, gli studenti si sono rifiutati di dialogare con i rappresentanti di un sistema che dell’ambiente e della salute della gente se n’è sempre altamente fregato. Un altro ministro ha condannato l’azione di gettare benzina sul fuoco del disagio sociale. Se c’è chi ha prima creato il disagio e poi gettato benzina è stato proprio l’apparato politico-sindacale, non gli studenti e gli operai che in questi giorni hanno invaso le strade e le piazze del Paese. Che non si cerchi di scaricare le proprie responsabilità sulle spalle degli altri. È un gioco vecchio, già visto, sentito e rifiutato. Signori, a Milazzo si muore e si continuerà a morire! A Taranto si muore e si continuerà a morire! Nella Terra dei fuochi si muore e si continuerà a morire Altro che benzina! E di fronte alla morte le proteste alle quali avete assistito sono nulla. Temo in qualcosa di molto più preoccupante, temo per le sorti stesse della democrazia. Ribadisco che la violenza non dovrebbe, non deve e non dovrà essere strumento di lotta, ma il discorso si chiude qui. Siete voi, rappresentati di ieri e di oggi, al di là di eventuali responsabilità degli ultimi arrivati, che avete distrutto la Nazione. Scandali, sperperi, incapacità, disprezzo verso le sofferenze sociali: questi i soli numeri a vostro favore. Il Paese è nel pieno di un incendio che il sistema ha appiccato, dimostrando di essere l’unico piromane sociale. Poi, quando la gente si rifiuta, giustamente, di morire e pretende, altrettanto giustamente, di vivere in modo dignitoso, ecco i piagnistei da madonnine delle nevi. Candide, adamantine, delicate. Che si svegliano all’improvviso e si meravigliano se si scende in piazza per tutelare legittimi e sacrosanti diritti. Il tempo del dialogo è finito da molto tempo, ammesso che ci sia mai stato. Siamo stanchi di retorica, di chiacchiere, di ruberie. E di odiose passerelle, come gli studenti le hanno definite. A che cosa è servita la Conferenza? Quanto è costata? Forse, invece di parlare, sarebbe stato saggio devolvere i costi alla bonifica di un solo metro quadrato di territorio italiano. Almeno, qualcosa di utile sarebbe rimasto. Non c’è più dialogo, dunque. Prima riuscirete a capirlo, meglio sarà per tutti.
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