L’Unesco, per bocca del presidente della Commissione italiana, Giovanni Puglisi, ha lanciato un ultimatum per quanto riguarda il sito archeologico campano: “Il Governo italiano ha tempo fino al 31 dicembre 2013 per adottare misure idonee per Pompei e l’Unesco ha tempo fino al 1 febbraio 2014 per valutare ciò che farà il Governo italiano e rinviare al prossimo Comitato mondiale 2014 ogni decisone”. Dichiarazione chiara ed efficace. In sintesi: se non dimostrerete di curare adeguatamente uno dei 981 siti da noi riconosciuti in tutto il mondo, prenderemo provvedimenti. Mi sembra giusto. Il sito in questione pare sia afflitto dai seguenti problemi: infiltrazioni d’acqua, mancanza di canaline di drenaggio, danni causati dalla luce agli affreschi, costruzioni improprie e mancanza di personale. Risultato? Pompei potrebbe rischiare molto. Sembra che i danni provocati dall’eruzione del Vesuvio (79 d.C) continuino ancora. Sulla questione, il ministro Bray non ha rilasciato dichiarazioni. Ha commentato, invece, il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni: “È obbligatorio per noi intervenire dopo il giudizio dell'Unesco su Pompei. Il problema non sono i soldi ma varare il piano complessivo di gestione e valorizzazione, come aveva individuato l'ex ministro Fabrizio Barca. In quanto agli scioperi, sono certa che l'8 luglio il ministro Bray sbloccherà la situazione. Dobbiamo convergere tutti sul rilancio del nostro patrimonio. E questi scioperi sono devastanti per l'immagine dell'Italia e non contribuiscono al processo di risanamento dei nostri Beni”. Non si capisce bene perché si debba intervenire dopo il giudizio dell’Unesco e non prima, ma trattasi di questione marginale, l’Italia è il Paese del dopo, lo sanno tutti. Ma a quali scioperi si riferisce il sottosegretario? A quelli in atto nello stesso sito di Pompei, al Colosseo, agli Uffizi, a Palazzo Barberini e in altri centri d’interesse storico, artistico e culturale. I lavoratori potranno anche avere ragione – pagamenti degli arretrati e blocco del turnover – ma non mi sembra che costruire ostacoli ai turisti nel periodo estivo sia il modo migliore per risolvere i loro problemi. In ogni caso, emerge il dramma di sempre: scarsa attenzione verso il nostro immenso patrimonio artistico e ambientale. L’Italia non si occupa, come dovrebbe, di tale ricchezza da ormai molti anni. La politica è impegnata nelle solite squallide beghe, si considera già un miracolo avere, bene o male, un Governo. Figurarsi se si trova il tempo per curare ciò che dovrebbe essere curato! Le coste sono state massacrate dall’abusivismo edilizio, così come il resto del territorio, le campagne sono abbandonate, incendi e frane distruggono quel poco che resta, i Parchi nazionali sopravvivono. Insomma, il degrado avanza e di giorno in giorno tende a mortificare ciò che la Natura e il genio dell’uomo avevano lasciato in eredità. Di fronte allo stesso degrado, le reazioni di sempre: non spetta a me, non è competenza nostra, non ci sono fondi e così via. Invece, tutti dovrebbero avere maggiore senso di responsabilità e l’intelligenza di capire che bisognerebbe tutelare la ricchezza comune. I turisti arrivano, spesso non possono visitare e ammirare le bellezze paesaggistiche e architettoniche, imprecano e vanno via. Ritornando a casa, contribuiscono, a giusta ragione, a rafforzare l’immagine di un Paese che va alla deriva, che non riesce nemmeno a gestire l’ordinaria amministrazione, che si sta autodistruggendo con lucida volontà. Sporcizia e menefreghismo regnano ovunque e non si vedono, soprattutto, elementi in grado di fare almeno sperare in un periodo di ritrovata responsabilità. E allora verrebbe voglia, in un impeto d’irrazionalità, di distruggere tutto veramente, in un sol colpo. Così, almeno, la si smetterebbe con queste continue tarantelle che gli amanti dell’Arte e della Natura trovano ormai insopportabili. Pompei? Tutto sommato trattasi di quattro ruderi. Che vadano al diavolo!
Fonte: La redazione
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti