Il presidente del Consiglio ha affermato che gli Italiani (per l’esattezza, coloro che non superano i 1500 euro mensili) riceveranno la quattordicesima, con i famosi 80 euro in più nella busta paga. Sue esatte parole: “Con gli 80 euro in busta paga gli italiani avranno la 14ma grazie all’operazione di questo governo. E’ giustizia sociale. In questi anni alcuni hanno preso tanto. Troppo. Ad esempio i manager pubblici. Che ora non potranno prendere più di quanto prende il Presidente della repubblica”. Beppe Grillo, invece, sostiene che: “Renzi racconta la balla degli 80 euro al mese, complici giornali e tv di regime. Basterebbe leggere la legge delega in discussione al Senato per scoprire che Renzi ha tolto, alle stesse categorie cui ha promesso gli 80 euro, le detrazioni per il coniuge a carico, che valgono 700-800 euro l'anno, 65 euro al mese circa". A chi credere? Impresa non certo facile! Staremo a vedere, naturalmente. Certo è che qualcuno sta bluffando o bleffando che dir si voglia.
Nell’attesa di scoprire eventuali trucchi, esaminiamo la condotta del presidente Renzi. Ottimo comunicatore, non c’è dubbio. Ottimo conoscitore, soprattutto, del carattere italico, non c’è dubbio. Fermiamo qui la nostra attenzione.
I famosi 80 euro hanno evocato la ben nota vicenda delle scarpe del Comandante Lauro nella Napoli degli anni ’50. Durante le campagne elettorali faceva distribuire pacchi di pasta, banconote tagliate a metà e, appunto, scarpe sinistre; le destre erano consegnate dopo il voto e, naturalmente, l’elezione. Ottime scelte che gli consentirono di travolgere gli avversari. Diventò sindaco del capoluogo campano nel 1952, ricevendo oltre 300mila preferenze, che diventarono 680mila quando, l’anno successivo, si presentò alla Camera. Si dirà che in quei terribili anni la fame imperava, ma è solo una verità parziale. Di recente, la promessa di abolire l’IMU ha portato molti consensi a chi l’ha manifestata. Sì, tempi di crisi economica, ma nulla a che vedere con gli anni ’50. E dunque? In linea generale, impegni di questo genere pagano, in termini di consensi. Un po’ per la cronica lontananza del cittadino dalle beghe politiche, un po’ perché un paio di scarpe sono meglio che niente, fatto sta che pagano. E le elezioni europee sono alle porte. Intendo dire che Renzi sta prendendo in giro coloro che stentano a vivere con 1500 euro mensili? No! Sostengo soltanto che o lui o Grillo dicono inesattezze, le definisco così. Entrambi, però, stanno vivendo una partita molto importante. Il primo ha affermato che “si sta giocando la faccia”. Vero, senza dubbio. L’altro, però, se la sta giocando con la stessa determinazione. Cosa succederebbe, per esempio, se uno di due avesse preso, e continuasse a prendere, fischi per fiaschi? Un tonfo, non c’è dubbio. Per quanto sprovveduti, molti elettori non dimenticherebbero facilmente la presa in giro. Resta, però il dato per eccellenza: promesse di gratifiche in vicinanza del voto ottengono il consenso. E ciò è preoccupante. Certo, 80 euro in più fanno comodo, ma non riescono a variare di molto una condizione economica precaria o debole. Meglio sarebbe stato rinunciare, in cambio, per esempio, di un serio programma di lavori pubblici. Penso al dissesto idrogeologico, che interessa quasi tutti i Comuni. Cifre incalcolabili costano alluvioni, frane e smottamenti. Cifre che, da un verso o dall’altro, poi lo Stato è obbligato ad elargire. Prevenire è meglio che curare, credo. Invece, sembra che siano più interessanti cifre modeste subito e che finiscono nelle tasche dei singoli. Insomma, la solita storiella di curare il mio orto, quello del Paese non mi riguarda. Inoltre, la mazzata inferta alle banche e la decurtazione degli stipendi dei manager pubblici di sicuro sono state mosse vincenti. Lasciamo perdere il papocchio del Senato, riforma che interessa poco o nulla la stragrande maggioranza dei cittadini, per il momento bastano le summenzionate decisioni del Governo per avere un’impennata nei sondaggi. Un primo risultato positivo, dunque, il presidente Renzi lo ha ottenuto: bisogna dargli atto che conosce a fondo il carattere dell’elettore “medio” e sa come e dove intervenire. Sempre per il momento, non posso che congratularmi. Resto nella convinzione che trattasi di provvedimenti effimeri e che la ripresa non ci sarà perché mancano i presupposti di un gigantesco piano atto ad avviarla. Ma quello che è giusto, è giusto: ancora complimenti, signor presidente.
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