Il Premier bissa dopo qualche settimana la visita in Sicilia e sembrerebbe che a ridosso della data del referendum rifaccia una capatina nell'isola. La deve proprio amare l'isola con queste visite che si ripetono spesso, peccato che abbia espropriato alcuni miliardi di euro della Sicilia, per i famosi contenzioni davanti la Consulta, con lo Stato sempre soccombente, e costretto a rinunciare ad altri contenzioni per i prossimi anni.
Una pacchia avere davanti un governatore che si accontenta di pochi spiccioli subito rinuciando al grosso. Ma anche questo è un risparmio per le borse dello Stato, peccato che a farne le spese siano i siciliani con il silenzio di tre quarti di Assemblea Regionale Siciliana.
Ma a loro che cosa importa? Se non possono essere impiegati fondi per investire in lavoro vero, a loro che importa?
Una cosa la stanno escogitando, come abbiamo raccontato qualche giorno fa: ASSUMERE qualche dirigente perche la Regione Siciliana è carente di questa figura apicale. Magari confezioniamo qualche vestitino preciso e cosi siamo tranquilli che arriveranno a libro paga della Regione soltanto i dirigenti che occorrono e che magari hanno qualche buon amico in questa Giunta? vedremo.
Tornando al premier, sbarcherà a Catania nel pomeriggio per inaugurare una torre dell'Università, quindi parteciperà ad incontri sulla sanità, poi si spostera a Ragusa e Siracusa per fare campagna referendaria. Utile (a chi?) e dilettevole.
Mercoledì da programma è prevista, in compagnia del ministro Graziano Delrio e del sottosegretario Davide Farone, la firma del contratto di programma Anas Regione direttamente dal Cantiere sulla Caltanissetta-Agrigento, in cui sono previsti investimenti per circa 500 milioni di euro.
A pranzo è atteso a Palermo per parlare di agricoltura al teatro Politeama, poi ai Cantieri navali per discutere sul nuovo piano industriale e sulle politiche dell’occupazione. In serata a Cinisi con argomenti sempre lavoro, occupazione e impresa. E tra un lavoro e un'occupazione peroriamo il referendum.