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Coime, i lavoratori occupano la sede del Comune di Palermo. Fillea e Spi: ''Chiediamo i riallineamenti in busta dovuti a tutti''

Stamattina un centinaio di lavoratori e pensionati del Coime hanno occupato Palazzo Palagonia, sede del comune di Palermo, in via del IV Aprile.
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Pubblicata il: 08/04/2025 - 10:40
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Cgil Palermo

Stamattina un centinaio di lavoratori e pensionati del Coime hanno occupato Palazzo Palagonia, sede del comune di Palermo, in via del IV Aprile. 

L’azione, spiega la Fillea Cgil Palermo, che chiede un incontro con il sindaco, è conseguente alla “incomprensibile” posizione del Comune che continua a utilizzare come escamotage aspetti tecnici e normative giuridiche in vigore che di fatto escludono la maggioranza dei lavoratori edili da un diritto che è stato sancito attraverso l’ultima sentenza della Cassazione di gennaio, ovvero il diritto al  riallineamento delle retribuzioni dal 2015 a oggi.

“Il Comune, con una nota indirizzata alle organizzazioni sindacali qualche giorno fa, ha espresso con chiarezza la propria posizione rispetto a questa lunga trattativa – dice il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - Posizione che non trova accoglimento né da parte nostra né dei lavoratori, che giustamente oggi sono esplosi in una manifestazione con conseguente occupazione del Comune. Saremo al fianco dei lavoratori perché riteniamo che questa sia un’ingiustizia senza precedenti. Nonostante dopo anni sia stata fatta giustizia, il Comune continua a mantenere la stessa posizione di chiusura nei confronti dei lavoratori”. 

Franco Vittorio Rabino, lavoratore attivo, delegato sindacale della Fillea Cgil Palermo, non ci sta: “Abbiamo vinto, la Cassazione aveva detto che avevamo ragione tutti quanti. E invece stanno cercando di escludere quanti avevano messo in mora il Comune. Stiamo occupando e non abbiamo intenzione di muoverci da qui fino a quando non si corregge il tiro su una vicenda che al momento ci vede esclusi. Se non otterremo il riallineamento delle retribuzioni per tutti i 280 edili, anche per quelli che hanno la sentenza in giudicato, non usciremo da qui”.

“Pensionati e operai sono stanchi di aspettare, ci sentiamo presi in giro - aggiunge Ciro Uzzo, pensionato dello Spi Cgil – L’Inps ha chiesto al Comune un aggiustamento della certificazione per far scattare l’aumento della pensione. Ma il Comune si rifiuta perché sin dal 2012 hanno inviato una documentazione errata all’Inps di Roma.  E continuano per questa strada. La devono smettere di giocare sulla nostra pelle. Le leggi ci sono e vanno applicate”.

Franco Macaluso, per lo Spi Cgil Palermo, rilancia a gran voce la richiesta di risarcimento del danno subito dai pensionati, con il riallineamento di quota A e quota B. Nel momento in cui la sentenza della Cassazione, con lo sblocco della contrattazione, dal 2015 fa ripartire i contratti in maniera corretta e normale, ai lavoratori, che erano stati danneggiati, deve essere restituito quanto sottratto nella paga dal 2011 al 2014, anni in cui percepivano uno stipendio inferiore. 

“Un’interpretazione scorretta della sentenza da parte del Comune fa sì che il lavoratore subisca un danno, senza il riallineamento della paga dal 2015 in poi – dice Franco Macaluso -   Il minimo sindacale che chiediamo è di ottenere sul ricalcolo della pensione la rettifica che deve fare il Comune, inviando  all’Inps la richiesta di riallineamento per i lavoratori. E’ un intervento che oggi si può fare”.

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Fonte: Cgil Palermo

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