Allarme difterite in Italia, lo ha detto Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, nel suo intervento a congresso di pediatria a Firenze. «Temiamo che, a causa del calo delle vaccinazioni in Italia, si possa verificare il ritorno di una malattia considerata quasi scomparsa», ha sottolineato Ricciardi. La difterite è un’infezione nasofaringea e cutanea causata da Corynebacterium diphtheriae. Alcuni ceppi producono la tossina difterica, che può indurre miocardite, polineuropatia e altre forme di intossicazione sistemica. La malattia si considerava quasi scomparsa grazie alle vaccinazioni, ora in calo nel nostro paese.
La difterite, nei Paesi con clima temperato, si diffonde durante i mesi invernali. Si trasmette per contatto diretto con una persona infetta o, più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni di un paziente.
Gli individui che sviluppano la malattia vanno trattati immediatamente con l’antitossina e antibiotici (eritromicina o penicillina), quindi messi in isolamento per evitare che contagino altre persone. Ma la strategia più efficace contro la difterite resta la vaccinazione preventiva. Disponibile fin dal 1920, il vaccino antidifterico contiene la tossina batterica, trattata in modo da non essere più tossica per l’organismo, ma comunque in grado di stimolare la produzione di anticorpi protettivi da parte del sistema immunitario. Solitamente, il vaccino antidifterico viene somministrato in combinazione con quello contro il tetano e contro la pertosse (DTP). Inoltre, oggi si tende a vaccinare i nuovi nati con il vaccino esavalente, che protegge anche contro la poliomielite, l’epatite virale B e le infezioni invasive da Haemophilus influenzae B. Il ciclo di base del vaccino è costituito da tre dosi, da praticare al terzo, quinto e dodicesimo mese di vita del bambino. Successivamente vengono eseguite due dosi di richiamo, all’età di 6 e 14 anni. A ciclo ultimato, la vaccinazione antidifterica conferisce una protezione pressoché totale. Per conservare una buona immunità, si possono fare ulteriori richiami ogni dieci anni.
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