L'Alzheimer potrebbe essere trasmesso da paziente a paziente, attraverso alcune procedure mediche. È quanto emerge da uno studio su otto soggetti relativamente giovani, pubblicato su Nature.
Per l'Alzheimer potrebbe avvenire, in pratica, qualcosa di simile a quanto è accaduto in passato per la malattia di Creutzfeldt-Jakob (Cjd), la cui variante è diventata celebre ai tempi della mucca pazza. Le prime evidenze arrivano da uno studio condotto su 8 pazienti, pubblicato sulla rivista Nature.
Guidati da John Collinge, dell'University College di Londra, i ricercatori hanno osservato i cambiamenti tipici dell'Alzheimer, come la presenza di placche della proteina beta-amiloide nel cervello e nelle pareti dei vasi sanguigni, in 8 persone morte per la malattia di Creutzfeldt-Jakob.
Tutte in passato erano state trattate con l'ormone della crescita estratto dall'ipofisi di persone decedute e contaminato con le proteine (prioni) responsabili della malattia. Il ricorso all'ormone della crescita prelevato dall'ipofisi di cadaveri è stato molto comune in Gran Bretagna, nel periodo compreso fra il 1958 e 1985.
Anche gli 8 individui analizzati dai ricercatori britannici, a partire dal 2012, sono morti per la malattia di Creutzfeldt-Jakob causata dall'ormone della crescita estratto dall'ipofisi di cadaveri e in 6 casi l'autopsia ha rivelato che nel cervello erano presenti i segni tipici della malattia di Alzheimer, ossia le placche della proteina beta-amiloide. A rendere ancora più singolare la scoperta è il fatto che i 6 individui erano relativamente giovani (fra 36 e 51 anni) per essere colpiti dall'Alzheimer.
L'ipotesi è che le ipofisi dalle quali era stato estratto l'ormone della crescita fossero state contaminate anche con tracce di proteina beta-amiloide e che queste possano avere prodotto nel cervello le placche tipiche dell'Alzheimer. L'ipotesi dei ricercatori è che le persone sane trattate in passato con l'ormone della crescita estratto da cadaveri e contaminato potrebbero essere a rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer durante l'invecchiamento. Non ci sono invece indicazioni, sottolineano gli autori della ricerca, che l'Alzheimer possa essere trasmesso in circostanze normali
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