Combattere la malnutrizione con azioni concrete da inserire tra le priorità dei singoli Paesi. È quanto hanno concordato i ministri e alti funzionari di 170 governi che hanno adottato la Dichiarazione di Roma sulla nutrizione, nel corso della seconda conferenza internazionale alla Fao.
"Abbiamo la conoscenza, l'esperienza e le risorse necessarie per sconfiggere tutte le forme di malnutrizione - ha affermato il direttore generale della Fao, Josè Graziano de Silva -, i governi devono spianare la strada, ma la spinta a migliorare la nutrizione globale deve essere uno sforzo congiunto che coinvolga le organizzazioni della società e il settore privato.
Secondo de Silva la Dichiarazione di Roma e il Quadro operativo sono il "punto di partenza, la nostra responsabilità è quella di trasformare l'impegno in risultati concreti”.
Tra i provvedimenti che i governi si impegnano ad adottare vi è la riduzione negli alimenti della presenza di grassi saturi e insaturi, di zuccheri e di sale in cibi e bevande, e il miglioramento del contenuto nutritivo.
Sebbene l'incidenza della fame nel mondo sia scesa del 21% dal 1990-1992, vi sono ancora oltre 800 milioni di persone malnutrite.
“Bisogna fare di più contro la fame nel mondo perché se negli ultimi vent'anni c'è stato un progresso, non è abbastanza", ha sottolineato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che, riferendosi alle zone rurali, ha segnalato l'esigenza di "rafforzare gli sforzi per contrastare l'impatto delle pandemie, dei cambiamenti climatici e delle crisi economiche" e lo si può fare con una "partnership con il settore privato e la società civile".
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