Per ridurre l’incidenza e la mortalità del melanoma si stanno attuando, a livello mondiale, iniziative di prevenzione primaria ( riduzione del rischio) e di prevenzione secondaria (diagnosi precoce).
Le note che seguono rappresentano uno strumento di educazione sanitaria per informare i pazienti e diffondere brevi messaggi educativi a riguardo del melanoma, per far riconoscere i soggetti ad alto rischio e sottolineare le misure di prevenzione, così da informare sulla necessità di chiedere spontaneamente ai medici un esame periodico della cute e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di un autoesame regolare.
Un valido programma di screening non può non coinvolgere anche i medici di base, anello importante in qualunque campagna sanitaria, a cui il paziente può rivolgersi per un primo esame della cute in occasione di una visita richiesta per qualsiasi altro motivo clinico.
Il seguente testo è rivolto in modo particolare agli individui esposti ad un rischio elevato per via della presenza dei seguenti fattori:
1. presenza di nevi atipici.
2. melanoma pregresso.
3. anamnesi familiare positiva per melanoma.
4. anamnesi positiva per episodi ripetuti di ustioni solari gravi, per facile ustionabilità al sole, per presenza di lentiggini o per incapacità a raggiungere un’abbronzatura completa.
Questi soggetti si devono sottoporre agli stessi esami proposti per la popolazione in generale, ma con una frequenza maggiore.
COS'E' IL MELANOMA MALIGNO
Il melanoma cutaneo è un tumore che colpisce la pelle, derivante dalle cellule deputate alla produzione di colore e che, per la sua elevata tendenza invasiva, è responsabile della maggior parte dei decessi dovuti a tumori cutanei.
Il melanoma desta nel dermatologo due sentimenti: preoccupazione e meraviglia.
Il primo viene fuori dall'esame degli studi statistici sulla popolazione che dimostrano un costante aumento dell'incidenza del tumore negli individui di pelle bianca con tassi superiori a 10 casi ogni 100.000 abitanti, in Italia.Negli Stati Uniti il problema è ancora più sentito in quanto il melanoma, con un incidenza di 13 casi ogni 100.000 persone, occupa attualmente l'ottavo posto fra le neoplasie maligne più diffuse.Per fare un esempio concreto, nel 1935 gli Americani avevano una probabilità su 1500 di presentare lo sviluppo di un melanoma nel corso della loro vita.Tali probabilità oggi sono diventate una su 105 e si prevede che nell'anno 2000 diventeranno una su 75.
La meraviglia è giustificata dal fatto che, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione, che sollecitano una più attenta osservazione della propria pelle al fine di cogliere il primo segnale d'allarme, accade troppo spesso che il dermatologo si trovi a dover osservare casi di melanoma in stadio avanzato.Quindi nei confronti del melanoma, come verso tutti i tumori maligni, l'unico vero approccio terapeutico consiste nella prevenzione e nella diagnosi precoce. Infatti, il melanoma si può considerare l'esempio più chiaro di neoplasia maligna nella quale un precoce trattamento costituisce la chiave per la sopravvivenza. Se diagnosticato quando le cellule maligne sono localizzate soltanto all'epidermide, il melanoma cutaneo può essere asportato e definitivamente guarito in quasi il 100% dei casi; quando la neoplasia si è estesa ai linfonodi regionali, le possibilità di sopravvivenza a cinque anni si riducono invece al 50%.
FATTORI DI RISCHIO E MELANOMA
Negli anni recenti, studi epidemiologici hanno identificato i cosiddetti fattori di rischio che possono essere ricondotti a due elementi: abitudini di vita e fattori genetici.
I fattori di rischio, legati al comportamento personale, comprendono l'eccessiva esposizione solare e l'uso di lampade abbronzanti, ma soprattutto le gravi scottature da raggi solari prima dei 15 anni. In effetti, tre eventi di questo genere, verificatesi nei primi anni di vita, sono sufficienti a produrre un aumentato rischio di sviluppo di un melanoma. Anche l'attività lavorativa ha la sua importanza: coloro che lavorano all'aperto appaiono esposti ad un rischio minore, forse per l'effetto protettivo dell'abbronzatura prodotta dalla cronica esposizione alla luce del sole; gli individui che lavorano al coperto e che si sottopongono a brevi ed intense esposizioni solari sembrano presentare un aumentata incidenza di melanomi. Sembra quindi che il danno dipenda dalle forti esposizioni alla luce solare con relative "scottature" riportate soprattutto nei primi anni di vita, aggravate poi dal ben noto "buco" dell'ozono dell'atmosfera, con aumento della quantità della radiazione ultravioletta B (UVB) che raggiunge la superficie terrestre.
I fattori genetici considerano i cosiddetti "fototipi".Con ciò si intende precisare il tipo di risposta della cute quando viene esposta ai raggi del sole. E’ noto, infatti, che il melanoma colpisce più di frequente individui di origine caucasica, di pelle chiara, con capelli chiari, spesso rossi, con tendenza all’eritema solare per una bassa capacità ad abbronzare e con un numero elevato di nevi. Vengono normalmente riconosciuti sei fototipi secondo la classificazione di Fitzpatrik:
Fototipo I Comportamento in occasione delle esposizioni solari
si scotta sempre con facilità, non si abbronza mai
Fototipo II Comportamento in occasione delle esposizioni solari
si scotta sempre con facilità, si abbronza poco
Fototipo III Comportamento in occasione delle esposizioni solari
si scotta moderatamente, si abbronza gradualmente
Fototipo IV Comportamento in occasione delle esposizioni solari
si scotta minimamente, si abbronza sempre e con rapidità
Fototipo V Comportamento in occasione delle esposizioni solari
raramente si scotta, si abbronza intensamente e con rapidità
Fototipo VI Comportamento in occasione delle esposizioni solari
Non si scotta mai, sempre intensamente pigmentato
Quindi ai due estremi di questa graduatoria ci sono gli albini e i negri: i primi incapaci di sintetizzare pigmento e pertanto sprovvisti di ogni protezione all'infuori dello spessore dello strato corneo dell'epidermide, i secondi in possesso di una protezione integrale fornita dall'abbondante quantità di melanina che blocca le radiazioni solari. Una recente classificazione più completa, aggiunge altri due parametri: il colore dei capelli e il colore degli occhi. Quindi un soggetto di carnagione chiara con capigliatura bionda o rossa ed occhi azzurri o verdi, con una pelle difficilmente abbronzabile e lentigginosa può vedere aumentato il rischio di sviluppare un melanoma del doppio o del triplo rispetto alla popolazione con un fototipo più alto. Sono proprio le esposizioni intense e intermittenti alla luce del sole, su cute non abituata, che aumentano il rischio di tumore, mentre un’esposizione costante e moderata non è altrettanto rischiosa.
Alla luce delle considerazioni precedenti per sfruttare le proprietà benefiche dei raggi del sole senza che questi risultino potenzialmente dannosi, bisogna tener presenti delle norme.
Senza entrare troppo nello specialistico, è intuitivamente ovvio che quanto più la cute si dimostra in partenza sensibile ai raggi del sole, tanto più lo schermo utilizzato dovrà offrire un adeguato indice di protezione. Gli schermi solari si caratterizzano per la capacità di filtrare o di riflettere la radiazione luminosa. Al di là delle caratteristiche degli schermi è necessario, per poter contare su un’efficace protezione, rinnovare continuamente la loro applicazione. Infatti, la sudorazione, i bagni, la sabbia favoriscono la scomparsa del filtro
Una volta considerato il fototipo, ed aver scelto correttamente lo schermo solare, occorre in ogni caso esporsi al sole tenendo in considerazione alcuni fattori climatici ed ambientali:
• la neve fresca riflette più dell’80% dei raggi UV;
• la maggiore quantità di raggi UV che arrivano sulla terra è tra le ore 11 e le ore 16;
• più del 90% dei raggi UV può attraversare le nubi;
• all'ombra si riceve il 50% dei raggi UV;
Bisogna quindi scegliere il momento migliore della giornata per iniziare l'esposizione. In ogni caso è sconsigliabile esporsi tra le 11 e le 16 senza adeguata protezione. I criteri per una corretta esposizione solare non dovrebbero cambiare sostanzialmente anche in condizioni di tempo nuvoloso. Infatti, anche mancando l'effetto termico legato agli infrarossi, ci si può scottare con tempo nuvoloso. Poi è necessario sottolineare il ruolo svolto dalla sabbia nella riflessione della radiazione in arrivo: più del 25% della radiazione viene riflesso dalla sabbia, quindi ripararsi sotto gli ombrelloni non offre sicuro riparo.
COME SI PUO' VINCERE LA SFIDA CONTRO IL MELANOMA
(tratto dal testo proposto per il messaggio al pubblico dalla Forza Operativa Nazionale per il Melanoma Cutaneo)
1) impara a conoscere i tuoi nei con l' aiuto di un familiare o di uno specchio;
2) se hai molti nei o comunque uno o più nei superiori ai 6 mm di diametro, falli valutare dal tuo medico curante e/o dallo specialista dermatologo;
3) se ti verrà consigliato di fare l'asportazione chirurgica di qualche neo, non ti opporre perché l'esperienza clinica ha dimostrato che non esiste nessun pericolo;
4) si può procedere anche all' asportazione di nei solo per motivi estetici, purché si esegua sempre una verifica istologica;
5) se hai superato i 30 anni controllati da solo almeno ogni 3-6 mesi. Se noti che un neo ha cambiato colore, forma, dimensioni, oppure se noti la comparsa di un nuovo neo, recati dal medico per risolvere il dubbio;
6) non aspettare di sentire dolori o altri disturbi, perché molte volte i tumori cutanei, anche quando sono molto sviluppati, non danno alcun fastidio;
7) sappi che il dermatologo ha oggi un arma in più per una diagnosi precoce di melanoma: la dermoscopia. E' una procedura indolore che utilizzando una particolare lente appoggiata sulle lesioni da esaminare, dopo aver reso trasparente lo strato corneo mediante l'applicazione di olio sulla superficie cutanea, permette una differenziazione tra le varie lesioni pigmentate allo scopo di riconoscere il tumore nelle fasi più precoci.
8) ricordati infine di queste semplici regole per una corretta esposizione solare:
proteggi la cute dei bambini da scottature ed evita le esposizioni eccessive al sole, soprattutto se hai la cute pallida che abbronza con difficoltà e si scotta facilmente e/o hai un gran numero di nei sulla pelle;
evita le esposizioni al sole nelle ore centrali della giornata e proteggiti con indumenti (cappello, vestiti ); le creme solari protettive possono essere utili, ma non è certa la loro reale efficacia.
Per concludere, ne consegue sul piano pratico che non esiste una proibizione assoluta alla fotoesposizione ma il consiglio a prendere il sole, fin dall'età infantile in maniera moderata, evitando gli eccessi e le ustioni ad essa conseguenti, è da tener in alta considerazione per arginare questa grave malattia che è “il melanoma”.