Quando si parla di cellule staminali il confine tra speranza e illusione è molto labile. Uno spazio bianco in cui trovano purtroppo terreno fertile ciarlatani e truffatori, che offrendo “cure miracolose” alimentano i cosiddetti viaggi della speranza verso cliniche straniere dalla dubbia reputazione. A farne le spese sono spesso le persone affette da patologie gravi, come la Sla (sclerosi laterale amiotrofiche) e la sclerosi multipla, per cui a tutt’oggi non esiste una cura. Risale a pochi mesi fa il caso dei viaggi in Thailandia, dove l’ospedale di Bangkok offriva trattamenti con cellule staminali fornite dalla multinazionale cinese del biotech Shenzhen Beike Biotechnology. Bangkok è diventata in breve tempo una meta per malati da tutto il mondo, affetti dalle patologie più disparate: dalla Sla alla sclerosi multipla, dai traumi spinali alla distrofia muscolare. Dopo diversi casi di miglioramento, riportati da persone che si sono sottoposte al trattamento, il caso ha attirato l’attenzione del mondo scientifico, che ha espresso però un certo scetticismo. E nell’ottobre scorso la stessa Beiken ha spiegato in un comunicato di non avere “alcun rappresentante ufficiale né uffici in Thailandia. Qualsiasi azienda o organizzazione che afferma di rappresentarci direttamente o che è autorizzata a rappresentarci sta fornendo informazioni false”. Le cellule staminali proposte da queste organizzazioni, prosegue la nota, “non rispondono ai criteri di garanzia della Beike le cui staminali sono sottoposte ad un triplo controllo rispettando i criteri dell’Aabb (American association of blood banks) e per cui l’azienda ha ottenuto recentemente il Certificato Iso internazionale”.
La Beike rimane comunque al di fuori dei canali ufficiali della ricerca scientifica. Che però non sono fermi: i progetti di ricerca sulle staminali esistono, ma hanno tempi più lunghi e si muovono con molta più cautela. Proprio nel 2011 è in partenza la prima sperimentazione sull’uomo di una terapia basata sulle staminali (per l’esattezza si tratta di staminali mesenchimali) per la cura della sclerosi multipla. La sperimentazione sarà coordinata per l’Europa da Antonio Uccelli, del dipartimento di Neuroscienze, oftalmologia e genetica dell’Università di Genova e per il Nord America dal canadese Mark Friedman, dell’università di Ottawa. La sperimentazione coinvolgerà circa 150 pazienti in tutto il mondo, di cui 20-30 italiani. Lo studio riguarderà persone con SM a decorso recidivante remittente (RR), con una malattia attiva, ma non in fase avanzata, nelle quali le cure attualmente disponibili non hanno dato risultati efficaci. Uccelli sintetizza così lo scopo dello studio: “È improbabile, a oggi, che le cellule staminali mesenchimali diventino una terapia di routine per la sclerosi multipla. I farmaci già approvati e quelli attualmente in fase di approvazione o di sperimentazione avanzata rimarranno presumibilmente i farmaci di prima scelta per la cura della sclerosi multipla”. Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) ha messo a disposizione sul suo sito web (www.aism.it) le linee guida “Terapie con cellule staminali nella SM”, redatte dopo il meeting della comunità scientifica internazionale tenutosi a Londra nel 2009. Nel documento si trovano anche consigli pratici validi anche per chi non ha la sclerosi multipla, utili a distinguere gli studi seri, riconosciuti e ufficiali dalle truffe. A far scattare il campanello d’allarme, secondo la pubblicazione, sono la mancanza di dettagli sui trattamenti, le affermazioni sulla mancanza di rischi (ogni sperimentazione comporta dei rischi), l’offerta di un trattamento per malattie molto diverse fra loro e infine i costi: per nessuna sperimentazione ufficiale è richiesto infatti un pagamento.
Fonte: tiscali
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