Un tavolo per la povertà, capace di affrontare temi di importanza sociale in un momento di profonda crisi economica. È quanto si è svolto a Palermo qualche giorno fa grazie alla volontà di "Emmaus Palermo", alla presenza anche dell’assessore Agnese Ciulla. Palermomania ha incontrato Nicola Teresi, presidente di Emmaus, che ha creato una rete di associazioni che ha consentito di poter proporre un dialogo e, quindi, un incontro tra i rappresentanti delle istituzioni e i rappresentanti di quelle associazioni che si occupano delle problematiche sociali. I soci fondatori di Emmaus sono già operatori sociali che si occupano di politica, dal basso nel territorio.
Come nasce Emmaus?
«Emmaus nasce come una rete, circa un anno fa, ed è nata con un percorso di partecipazione che ha immaginato e creato un grande campo di volontariato, che ha visto per due mesi quasi 500 volontari venuti da 30 Paesi diversi da tutti e 5 i continenti. Grazie al lavoro di 50 associazioni abbiamo messo con tutti i volontari un mercato solidale che è stato in grado di finanziare la nascita di una comunità locale di accoglienza per persone in difficoltà. Nel momento in cui abbiamo creato questo Tavolo sulle povertà, che mettesse in relazione la miseria e le mafie, hanno partecipato molte associazioni che già si occupano di contrasto alla povertà. La proposta di questo Tavolo sulle Povertà, l’abbiamo fatta in rete con altre associazioni, ad esempio con i comitati di lotta per la casa con cui siamo in stretto rapporto ed è da 4 anni che chiedono all’amministrazione un tavolo sull’emergenza abitativa».
Cosa si intende per povertà?
«Emmaus ha allargato lo spettro alle povertà, all’interno delle quali c’è anche l’emergenza abitativa. L’obiettivo è quello di prendere in considerazione la complessità di tutta la realtà palermitana in termini di miseria, in un tavolo permanente che serva per il presente e per il futuro, visto che sappiamo che arriveranno dei soldi finalmente per far fronte a una parte di emergenze sociali. Noi con la fantasia e la creatività possiamo già risolvere dei problemi. Tra associazioni, cittadini e istituzioni per certe cose non c’è bisogno solo dei soldi, la povertà non è solo economica, la povertà è anche sociale e relazionale, c’è gente completamente sola, abbandonata, senza lavoro e a volte senza casa e l’abbandono delle periferie o delle fasce sociali più deboli determina paura, razzismo e xenofobia».
Chi ha partecipato al Tavolo sulle povertà?
«C’erano moltissime associazioni e spero che al prossimo incontro si ripeta questa presenza. Per il Comune era presente l’assessore Agnese Ciulla, diversi dirigenti e funzionari che si occupano di questo tipo di problematiche, nonché diversi assistenti sociali. Presente anche l’assessore Barbara Evola con dei dirigenti della Pubblica istruzione, perché già da qualche tempo esiste un tavolo sulle povertà ma all’interno del progetto della città educativa».
Quali i temi principali trattati?
«I temi principali trattati sono quelli dell’emergenza abitativa. Sono 600 le famiglie che negli anni non hanno avuto alcuna risposta dall'amministrazione comunale e hanno occupato immobili di proprietà comunale abbandonati da decenni. Poi è stato affrontato il tema degli sgomberi, che ovviamente non condividiamo perché le persone che non hanno un tetto se non possono rivolgersi alle istituzioni si rivolgono a qualcun altro. Ovviamente l’assessore Ciulla sottolineava il fatto che in qualche caso le occupazioni avvengono in luoghi non sicuri, ma bisogna riconoscere che anche quando si risolve il problema dell’emergenza abitativa rimane quello della mancanza del lavoro e di circostanze utili per mandare avanti una famiglia, ci vuole un impegno istituzionale che vada oltre l’assegnazione di un tetto. Un altro tema è stato quello della tratta delle giovani nigeriane che qualche giorno dopo gli sbarchi spesso riescono a scappare e raggiungere persone conoscenti e in un secondo momento vengono buttate per strada per prostituirsi. Inoltre il forum antirazzista palermitano prossimamente vorrà anche discutere della mancanza della residenza per i minori stranieri non accompagnati che vediamo in giro per la città molti dei quali spariscono e non hanno cure sanitarie per mancanza di residenza. Abbiamo affrontato il tema della dispersione scolastica e del fatto che moltissimi giovani che non hanno speranza andrebbero intercettati fin da piccoli perché altrimenti non gli diamo la possibilità di crescere e di svilupparsi in modo positivo come persone e come cittadini. Anna Alonzo del Centro Arcobaleno 3P e Massimo Castiglia di Handala hanno precisato che gli assistenti sociali del Comune devono tornare in strada perché stare vicino anche a un solo ragazzino è già un miracolo, solo con la vicinanza si può fare tanto, la relazione crea la crescita comune e questo basta per creare coscienza e consapevolezza nelle persone e aumentano quei cittadini che lottano per una democrazia migliore e una società più equa».
Come si è svolta questa giornata e quali sono i propositi futuri?
«Questa giornata è stata di presentazione, ogni associazione presente infatti ha parlato delle problematiche sociali di cui si occupa. Il prossimo appuntamento darà fissato per il 25 agosto per parlare delle proposte positive per capire come intervenire insieme al Comune. Adesso insieme alle Istituzioni vogliamo guardare al presente e al futuro così come diceva Danilo Dolci, sta per cominciare un percorso nuovo e importante. Adesso si deve dialogare con i cittadini e le istituzioni per affrontare il problema delle emergenze sociali. Noi vogliamo e possiamo stare vicini a questa amministrazione che deve partire dagli ultimi».
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