L’emergenza sbarchi e il problema immigrazione vessano ancora sull’Isola, ma da Palermo partono nuove soluzioni. Procedure integrate con il Comune ed eventuali percorsi di miglioramento logistico e di accoglienza, infatti, sono stati definiti nel corso del secondo incontro della “Ugem”, l’unità di gestione per l’emergenza migranti a Palermo, e il tutto è frutto dell’impegno e della volontà del nostro primo cittadino.
Il sindaco Orlando, che ha deciso la costituzione di questo organismo, ha dichiarato nel corso dell’incontro che si tratta di “una forma concreta e progettuale di rispetto dei diritti di quanti vivono condizioni di emergenza”, un modo nuovo di affrontare le emergenze, sia quella dell’immigrazione sia quella abitativa, come aggiunge, “un modello organizzativo che è stato proposto anche ad altri comuni italiani che stanno seguendo l’esperienza palermitana”.
Per l’occasione, i referenti comunali dell’unità di gestione, tra le quali la protezione civile, il cantiere comunale, la manutenzione, la polizia municipale, i servizi sociali e il patrimonio, hanno incontrato i rappresentanti degli enti di terzo settore che durante gli ultimi sbarchi avvenuti a Palermo hanno supportato il Comune e la Prefettura al porto.
L’assessore Agnese Ciulla, dopo aver incontrato la delegazione della Cosulta delle culture, guidata dal presidente Adham Darawsha, ha informato, inoltre, i partecipanti alla riunione delle sollecitazioni che il sindaco Orlando, in qualità di presidente dell’Anci regionale, ha inoltrato al ministro dell'Interno, Angelino Alfano; pressioni riguardanti la situazione di difficoltà dei comuni siciliani, e in particolar modo quella della gestione dei minori stranieri non accompagnati che, per legge, attualmente devono essere presi in carico dagli enti locali siciliani.
“Tale pratica - ha sottolineato l’assessore Ciulla - normalmente espletata dai comuni in situazione di flussi ordinari di migranti, sta divenendo critica con l’aumento delle persone che in questi mesi arrivano sulle coste siciliane provenendo prevalentemente da Africa e Siria”.
Discutere attivamente sull’emergenza sbarchi e proporre nuove soluzioni immediate sono gli obiettivi prioritari da raggiungere, e questo è un primo passo.
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