La terra brulla, solitaria, accoglie una costa ricca di pietrisco e sabbia, dalla quale parte una distesa azzurra e cristallina, stupenda ancor di più se si veste di migliaia e migliaia sfumature di rosa. Tutto attorno torri decadenti, che osservano inamovibili il tripudio di colori del sole che muore. A ridosso la città imminente, millenaria, dominata dai monti di una Conca che si diceva d’oro. No, non siamo nell’Antico Egitto e nemmeno innanzi alle maestose Ziqqurat mesopotamiche. Siamo a casa nostra, siamo a Palermo. Più precisamente ad Acqua dei Corsari, sito di una bellezza maestosa e dimenticata, ripresa dalle webcam del team SiculDrone, realtà tutta siciliana cui va il merito di aver riportato all’attenzione di una città che facilmente dimentica un sito meraviglioso e ineguagliabile.
Le riprese sono stupende ed emozionanti. In un paesaggio che appare selvatico, dove il colore del cielo si confonde col mare, si riscoprono tanti piccole tracce della storia della nostra terra, sin da quel nome, “Acqua dei Corsari”, “a’ funtaniedda” , per via di una sorgente della zona che sarebbe stata la salvezza per quegli uomini che solcavano le acque del Tirreno. Tra i ciottoli di pietrisco e le risacche del mare, le riprese dall’alto ci mostrano le tracce di una storia più recente, che le tracce del tempo mascherano come più antiche e misteriose: s’innalzano come dei fari a guardia del mare le vecchie ciminiere delle antiche fabbriche di laterizi Puleo, che nel loro fascino di veri reperti di archeologia industriale ci ricordano di quando a Palermo si fabbricavano mattoni, ormai agli inizi del secolo scorso.
Le riprese incantano, ma lasciano spazio anche a un’amara riflessione. Tra le bellezze catturate dai droni che sorvolano l’area, c’è spazio anche per un anfiteatro sul mare, fiore all’occhiello di un parco che avrebbe dovuto ridare lustro ad una zona, abbandonata e violentata negli anni. Si tratta del Teatro del Sole, che invece testimonia una storia ben più triste, di 4 Milioni buttati, di una bonifica forse solo apparente. Di un sito dalla bellezza inestimabile, che rischia di tornare ciò che per anni è stato agli occhi di speculatori e mafiosi: una discarica.
Riprese del genere non possono lasciare impassibili. Il team di SiculDrone ha sfiorato il capolavoro con immagini che lasciano senza fiato, ma non è questo il loro più grande merito. Non deve essere solo lo stupore a lasciarci questo video. Ma lo sdegno. Lo sdegno per una terra bellissima, riconosciuta tale negli anni e nei secoli, per la quale in tanti hanno sciorinato parole d’amore commoventi, disperse nel vento e nel mare di quella stessa terra abbandonata al suo destino. Una terra che grida aiuto. Che chiede di non essere inquinata, che chiede giustizia dopo anni di speculazione. Che chiede solo di essere restituita ai palermitani onesti, perché la tramandino ai loro figli insegnando loro il rispetto e l’amore per dei luoghi che ci sono stati affidati. Luoghi, come tanti ce ne sono in Sicilia, che rischiano di scomparire tra promesse e silenzi, che inquinano ancor di più di impianti fognari non a norma e rifiuti edilizi.
Non ci resta che sperare potrebbe dire qualcuno, ma non è vero. Perché sono i piccoli gesti, anche solo delle riprese con un drone che possono fare tanto. Non solo per salvare un sito meraviglioso, ma una città intera che muore. Come quel rosso sole fra le onde di Acqua dei Corsari.
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