È cominciata oggi la prima delle due giornate di studi promosse dalla Camera Penale di Palermo “G. Bellavista” per avviare una riflessione sui temi e le prospettive della Riforma del Processo Penale.
Ad aprire i lavori, dopo i saluti iniziali del Senatore Marcello Gualdani, Membro della 4ª e 5ª Commissione permanente del Senato, il Presidente della Camera Penale di Palermo “G.Bellavista”, l’avvocato Vincenzo Zummo. A seguire gli interventi del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, del Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Senatore Nico D’Ascola, e dell’avvocato Gioacchino Sbacchi, Presidente emerito della Camera Penale di Palermo.
Forte la presenza delle Istituzioni tra cui il Questore di Palermo, dott. Guido Nicolò Longo, il Prefetto di Palermo, sua Eccellenza Antonella De Miro, il sostituto Procuratore della Repubblica, dott.ssa Anna Maria Palma Guarnier, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Generale Giancarlo Trotta, il Tenente Colonnello Mauro Carozzo del Comando Provinciale dei Carabinieri.
Una sintesi degli interventi.
Apre il dibattito il Presidente della Camera Penale di Palermo “G. Bellavista”, il cui intervento verte sulle linee generali della Riforma e in particolare sul regime di prescrizione e sulla nuova disciplina dell’ammissibilità dell’appello. Su questo ultimo punto il Presidente Zummo avanza l’ipotesi che in Parlamento si possano escogitare i peggiori dei mali. Aumentare i termini di prescrizione determina un ingolfamento del sistema giustizia e una modifica del secondo grado di appello rischia di compromettere quella garanzia del giusto processo, tutelata dalla nostra Costituzione. Conclude ribadendo che “Il diritto all’appello è qualcosa che non si può eliminare”.
Francesco Greco, Presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, oltre ad intervenire sul tema del regime di inammissibilità in ambito civilistico sottolinea quanto sia importante che ci si adoperi per l’attuazione della tutela dei diritti, perché considerata alla base della democrazia e quindi della libertà. “Per esserci la tutela dei diritti devono esserci gli avvocati. Dobbiamo diffondere la cultura della legalità, del rispetto delle leggi, delle istituzioni, uscendo dai palazzi della giustizia, andando nelle scuole, visitando le carceri, presenziando come organo fondamentale della democrazia.
Il Senatore Nico D’Ascola, Presidente della Commissione Giustizia del Senato, interviene sulla riforma all’esame della Commissione Parlamentare, sottolineando che ogni legislatura ha un suo compito specifico. In tema di prescrizione dichiara che la decorrenza della stessa dall’iscrizione nel registro degli indagati non incide sui tempi del processo, poiché prima dell’iscrizione il processo di fatto nemmeno c’era, ma determina una sfasatura nei tempi del momento del fatto del reato e sulla data di inizio del processo, determinando di fatto l’annullamento del processo.
Il Presidente emerito della Camera Penale di Palermo, Avv. Gioacchino Sbacchi, in merito ai temi dell’appello penale e dell’inammissibilità dichiara: “Per come è congeniata la riforma del processo penale all’interno del disegno di legge, non può certamente trovare un risvolto pubblico, in quanto si tradurrebbe in un’illeicità giudiziale, non solo per gli avvocati, riducendo le garanzie della difesa, ma anche per il cittadino. Le riforme che andrebbero apportate al nostro codice di rito, sono certamente altre e dovrebbero andare da un lato verso il senso di giustizia ma anche verso quelle garanzie procedurali e civili che sono compendiate all’interno della nostra Carta Costituzionale.
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