Altro che referendum sul divorzio, dove i favorevoli al divorzio furono attorno al 60 per cento o qualcosa di più. Si facesse un referendum se abolire sì o no gli scioperi più o meno selvaggi nei servizi pubblici, penso che i sì andrebbero oltre il 90 per cento. Voterebbero contro solo i familiari dei conduttori di treni e di bus. Mi direte che in questo modo il diritto di sciopero va a farsi benedire, e quello è un diritto sacrosanto garantito dalla Costituzione. Niente affatto. Il diritto di sciopero è una cosa, il diritto al ricatto è un altra. Un ricatto il più violento che pesa ogni volta sulle fasce più deboli della popolazione, quelle che non dispongono di un auto blu con autista né di un aereo privato né di rimborsi viaggio a pie’ di lista.
Il referendum di cui dico lo si sarebbe fatto da decenni, altro che il referendum su Rete4 cui ci invitarono alcuni anni fa. Lo si sarebbe fatto agevolmente se uno dei Dogmi di una sinistra stanca e invecchiata non fosse quello dell’onnipotenza dei sindacati, quei sindacati da cui vengono così tanti voti a una sinistra esangue. Una sinistra che non sa più guardare la realtà com’è, la società com’è. Una sinistra che non capisce che il diritto alla mobilità in una società di massa, in una società in cui sono a decine di milioni ogni giorno a spostarsi per andare sul posto di lavoro, è un diritto importante quanto quello di respirare. Non dico che piloti di aereo e conduttori di treni o di autobus non abbiano il loro diritto a vedersi rinnovato il contratto eccetera.
Solo che quel diritto lo si può esercitare in altre sedi e di fronte ai giusti interlocutori, pubblici e privati; non annichilendo gli utenti che non c’entrano nulla e che hanno pagato il biglietto. E ancora ancora, fossero ogni volta due ore di sciopero. Ma non la mannaia e il ricatto di 24 ore di sciopero ad annientare milioni di utenti e a spaccare l’Italia in tre o quattro pezzi. La sinistra è sordomuta su questi temi, su cui ripete litanie ottocentesche. Di quando ci si muoveva a cavallo o in carrozza o a piedi e col bastone. Ieri, e dopo essere riuscito per miracolo a prendere un treno che da Milano mi riportava a Roma dopo aver fatto un lavoro su cui pago il 51 per cento di tasse, stavo leggendo il “Corriere della Sera” e c’erano naturalmente i servizi e i commenti sulla paralisi totale di treni e bus e metropolitana.
Non potevano mancare le domande a esponeti del Pd, a chieder loro se tutto questo fosse bello e sano. Le loro risposte erano di una banalità e di una insussistenza scoraggiante. Parole in aria. Dopo un po’ sono partiti all’attaco quelli dell’Alitalia, e qualcuno mi ha detto che a Fiumicino poco c’è mancato che linciassero qualche hostess. Dio mio, che casino.