Hai realizzato con la tua produzione artistica numerosi interventi nella Vucciria, quanto è importante per te e la tua arte questo luogo?
Per il mio lavoro questi luoghi rappresentano un’importante fonte di ispirazione, quando sono arrivato in piazza Garraffello non c’era nulla, adesso la mia arte convive con le attività commerciali della Vucciria e gli abitanti del posto sono come i custodi della mia arte. Per me l’arte è un rischio, devo essere sempre pronto a giocare tutto, avendo sempre l’obiettivo di migliorare, ed io succhio me stesso fino all’ ultima goccia di sangue perché se non faccio cosi’ perdo. Se vinco però chi svolge il proprio lavoro in Vucciria ricava dei vantaggi, vendendo 10 pomodori in più, 10 panini in più o 10 bicchieri di latte in più alla gente che viene in piazza Garraffello per conoscere le mie opere. Tra i visitatori che vengono ci sono i semplici appassionati che arrivano per fare fotografie o per analizzare, a volte, arrivano anche gli specialisti d’arte, alcuni sono senza amore, li vedo come dei vigili urbani, e spesso vengono soltanto con l’intenzione di distruggere, anche se pezzi simili ai miei pendono sulla loro testa nelle loro case, e quando vengono a vedere il mio lavoro, anche se non vogliono, i miei semi sono già dentro di loro ed iniziano a crescere, certo ritengo anche che non tutti siano cosi’, ma io mi riferisco alle persone che definisco senza visione e queste sono tante, non solo qui ma in tutti i posti in cui io ho lavorato.
Quando hai deciso di trasferirti a Palermo e per quale motivo?
Non ho mai deciso di venire a Palermo, io vivo dove lavoro, ed il posto in cui lavoro per me rappresenta un luogo in cui fare crescere una bella cosa, bella come un fiore, il mio lavoro mi permette di trasformare le cose del posto sia nel caso in cui siano belle sia nel caso in cui siano brutte, in ogni caso non sono io che scelgo.
L’esperienza culturale in Sicilia ha ispirato la tua produzione artistica, in quale misura credi che il tuo lavoro consenta una lettura o una interpretazione della realtà siciliana?
La Sicilia è molto forte, nel male e nel bene, e soprattutto qui prevale una forma di comunicazione molto particolare, l’interpretazione della mia arte non viene fatta in Italia , ma fuori, per il luogo il mio lavoro è un grande cambiamento dei fatti e delle informazioni. Il mio punto di vista è sicuramente interessante per il fatto che io non sono siciliano, nemmeno ho la mamma, papà, sorella o zio, nonna cugini o un cane, non sono africano e nemmeno vengo dalla Srilanka e soprattutto non sono un turista, inoltre vivo nel cuore di Palermo e convivo con Costanza Lanza di Scalea, la donna più affascinante di Palermo, in una dimensione surreale ed europea. La mentalità contemporanea in Italia considera come misura dell’ intelligenza la quantità di soldi che hai, invece io non ho una tv, un frigorifero, un climatizzatore, un cellulare o uno straniero che mi pulisca la casa. Ho cominciato in questa piazza 11 anni fa, quando i giovani volevano andare via, perché dicevano che la piazza era finita e che in Vucciria non c’era nessun futuro, adesso in piazza Garraffello il fine settimana, si crea una grande discoteca, ed un mare di locali sono stati creati intorno alla cattedrale dei rifiuti, quella che ho fatto nel 2006, quando ancora questo lavoro era fortemente criticato, ma anche grazie al mio lavoro oggi molti palermitani sanno dove si trova piazza Garraffello. Il mio lavoro è piazza Garraffello, ed è stato uno sviluppo importante finanziato solo con i miei quadri, però non c’è un mio quadro in una collezione in Sicilia, anche se il prezzo da pagare è troppo alto e per questo non ci sono altri qua come me, perché chi vuole lavorare senza diritti? Nessuno ! simbolicamente io sono come un ebreo nella Germania degli anni 30.
Sei di origine austriaca, e suppongo che tu abbia conosciuto l’arte del tuo paese e dell’area europea, il cartellone che hai realizzato per pubblicizzare il 31’ intervento, rappresenta una rosa, ricordando la linea incisiva, fragile e delicata di molti artisti protagonisti della Secessione viennese, come Schiele, o klimt, agli inzi del 900’, concordi ? hai apprezzato e studiato gli artisti del tuo paese di origine?
Le biografie di Schiele e Klimt rappresentano la tristezza austriaca, non è il mio gusto, i miei fiori vengono dalle montagne, dove io sono cresciuto. molto lontano da tutto questo. Un posto dove si trovano mucche con grandi mammelle, la cioccolata buona, un formaggio ottimo e la gente è anche un po' strana come la gente in Sicilia, limitata però felice. Quando guardi i fiori delle Alpi c’è sempre qualcuno dietro che ti guarda con un bellissimo sorriso, ti saluta con una bella parola. come in Sicilia, molto simile ad uno spot pubblicitario di sapone. Nel mio caso, ho realizzato in un anno 43 rose, fragili e delicate, come tu dici. Mi alzo la mattina presto, bevo con Costanza un caffè, poi dico a me stesso: Uwe? Cosa facciamo oggi per un bel lavoro? Realizzo una bellissima rosa oggi, più bella di quella che ho fatto ieri!
Hai partecipato alla Biennale di Venezia del 2009, puoi descrivermi il progetto ideato per questo importante evento del circuito dell’ arte internazionale?
Il progetto è stato ideato dalla signora Elisabeth Gluckstein che per molto tempo ha cercato dei tipi di artisti come me, dopo aver studiato i miei progetti ha scelto un buon luogo a Venezia per me, il porto industriale nel quartiere dei lavoratori di Santa Marta. Le regole del sistema dell’arte impongono sempre delle limitazioni alle tue decisioni. Nel mio caso ho dovuto rappresentare interzionalmente la Sicilia alla Biennale di Venezia, caso unico nella storia perché sono un artista austriaco. Stranamente prima di cominciare le mie scelte erano sempre più condizionate dalla Sicilia e da Venezia, con questa strategia si aspettavano che io realizzassi una bella scultura, non troppo grande, una piccola opera da mettere nel mio posto a Venezia. Il benvenuto per noi è stato come in un teatro della desolazione, perché non ho realizzato una scultura per il luogo che a me è stato assegnato, ossia una ex stazione dell’Orient express, 66 metri di lunghezza, un ‘isola separata, un posto senza turisti, dove però passano continuamente dei traghetti. Subito ho comprato tutta la vernice in un supermercato e la sera quando tutti erano in una cena in grande stile, ho cominciato a trasformare con un pennello la ex stazione composta da 14 edifici, dipingendo le insegne e gli elementi che potessero rimandare ad un centro commerciale, con lo slogan della Biennale Making worlds. La mattina quando tutti si sono alzati dal letto la mia opera era pronta. E questa opera si chiama: Porn Pavillion, aperto 24 ore al giorno per tutti. Nei mesi della Biennale siamo ritornati in Sicilia e abbiamo creato, su strutture incompiute, due sezioni distaccate del Porn Pavillion; Durex pavillion, Hotel Africa, una struttura apocalittica nel centro di Porto Empedocle; Tampax Pavillion su un ponte super stradale nel Parco nazionale delle Madonie, vicino il paese di Blufi. I tre Pavillion sono ancora oggi visitabili 24 ore al giorno.
In Porn Pavilion utilizzi per il tuo cane siculo, protagonista delle sequenze che simulano i livelli di un videogioco, il volto di Cammarata, attualmente sindaco di Palermo, si tratta di satira politica, mirata al personaggio o di una metafora del malcostume politico in generale?
Ti riferisci al catalogo / dvd del Porn pavilion; nel 2007 c’erano le elezioni per il sindaco di Palermo e una volta, dopo lo smantellamento della mia cattedrale di rifiuti, hanno buttato nella immondizia di piazza Garraffello mille manifesti con la testa di Diego Cammarata. Io li ho presi e ho portato questo regalo gratuito a casa. Oggi ho una scatola con tutti gli oggetti che ho fatto con la sua testa in 3 anni. Un oggetto della scatola e il video del Sicilian dog, una animazione prodotta per il catalogo della Biennale di Venezia. Io sono il più grande fan in tutta la città di Diego Cammarata, sindaco di Palermo e non scherzo. È la mia popstar personale, fatta da me gratuita in casa. Io sono il suo artista ed ho portato la sua faccia in grande stile su una copertina di un dvd con una faccia del cane in delirio alla Biennale di Venezia e nel mondo. A Berlino hanno il mio sicilian dog un sacco di fan. Una della mia specialità è l’ estetica, perche io lo amo le cose belle. Questo è il mezzo per entrare nelle teste degli altri che amano le belle cose e non a caso abbiamo in Europa la dittatura del sorriso. Il simbolo del sorriso della nuova Palermo è Diego Cammarata. Credo che ci siamo incontrati 3 volte, ci siamo stretti la mano con un bel sorriso lui ed io. Stupendo!!!
Pensi che il tuo percorso artistico possa inserirsi nel contesto storico/ critico degli studi che riguardano l’Outsider art, ossia un’arte spontanea, non accademica e fuori dal circuito ufficiale dell’arte?
Vengono spesso studenti con i loro professori in piazza Garraffello e si fermano di fronte palazzo Lo Mazzarino, dove ho montato, nel 2007, sul tetto la scrittura “banca nazion”, un anno prima delle crisi economica. I professori universitari raccontano ai loro studenti che qui si trovava la prima banca della storia di Palermo, ma è sbagliato, perche mai nella storia del palazzo Lo Mazzarino c’è stata una banca dentro. La prima banca era in un altro palazzo, nel palazzo Ramacca. La mia arte è sempre Insider art, non Outsider art.
Un elemento iconografico che ricorre spesso nel tuo lavoro è la croce, un simbolo fondamentale del cristianesimo che spicca anche sulla facciata di palazzo Lo Mazzarino, a piazza Garraffello, ti servi della simbologia religiosa, perché ti senti vicino al messaggio cristiano o per mettere in crisi la istituzione ecclesiastica ?
La mia religione è Costanza e lei non è un’ opera d'arte. Non mi sento per niente vicino al simbolo della croce, però prendo per la mia arte sempre tutto ciò di cui ho bisogno, sia che io mi identifichi sia nel caso in cui io non mi senta partecipe. E questo è più forte di me. Poi ho capito una cosa nella mia vita, dove c’è una croce, là ci sono sempre i soldi. E dove ci sono i rifiuti c’è sempre una croce.
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