In questi giorni Palermo ha avuto un ospite d’eccezione che ha partecipato a una serie di eventi organizzati in città, quasi fosse una palermitana anche lei. Si tratta di Laura Efrikian, nota attrice e conduttrice televisiva di origini armene, e oggi anche scrittrice, famosa anche per il suo matrimonio con Gianni Morandi col quale ha recitato in diversi film. La Efrikian è venuta nel capoluogo siciliano con tanto affetto e partecipazione, lo stesso che si coglie quando racconta del "suo" villaggio in Kenya, dove si reca due volte l’anno e dove ha anche creato una nursery.
Laura Efrikian ha partecipato ad alcune attività svoltesi presso la libreria Spazio Cultura, come ospite d’onore nella presentazione del libro “Vita di un uomo”, di Nino Mandalà, per poi trovarsi tra altri due scrittori, Marco Pomar e Simona Zarcone, autori rispettivamente di “C’è tempo. Storie che non scadono” e “Mulini di cemento”, le cui letture sono state interpretate dall’attrice Elena Pistillo.
Inoltre, la Efrikian si è recata a visitare il Centro Internazionale delle culture Ubuntu, ed insieme a lei si è svolta anche una cena di solidarietà, per sostenere il suo progetto a favore della popolazione indigena di Mambrui, un villaggio a 20 Km da Malindi in Kenya, che porta avanti in prima persona. In questo villaggio, l’attrice ha creato una nursery e avviato una serie di progetti di studio al fine di poter costruire scuole e pozzi, e distribuire medicine.
Palermomania.it ha intervistato l'attrice che, con gioia e nostalgia, ci parla della sua Africa. Come sta rispondendo Palermo alle tematiche che ci presenta e che ci sta raccontando in questi giorni?
«Per quanto concerne i palermitani che sto incontrando in queste occasioni, chi più chi meno apprezzano e mi danno una mano, rispondendo a ciò che chiedo, poiché in quei luoghi andrò per fare delle cose. Finché ho potuto, ho usato i miei soldi, quando poi son finiti ho dovuto chiedere aiuti alle amiche, e in questo Facebook è stata una buona cosa, mettendomi in contatto con tante persone, che magari non avrebbero mai saputo della possibilità di queste donazioni, in più, poi si fidano di me, mi mandano 10 euro, che poi arrivano lì, alla gente che aiutiamo».
Ci parla del Villaggio in Kenya e della popolazione che sostiene? E poi, ogni quanto tempo ci torna?
«A Mambrui, che è un villaggio di capanne, seguo una nursery e lì davvero si vivono grandi disagi umani, quasi tutti gli uomini, abitanti del luogo, sono stati licenziati, poiché hanno chiuso alberghi, ristoranti e il turismo, che era la principale fonte di guadagno, è andato malissimo, molta gente ha paura e non va più in Kenya anche se giù a Malindi, non abbiamo avuto nessun problema. Dopotutto a Roma non mi sento più sicura che a Mambrui, dove due volte l’anno ci torno sempre. Il prossimo viaggio sarà a gennaio e poi ritornerò ad agosto».
Il problema acqua, ancora oggi, è sempre così grave in Africa?
«Diciamo che l’acqua è il grande problema, che incide tantissimo sulla loro vita, i bambini giocano nella terra e se piove c’è fango, e non esiste per loro la possibilità di scappare da certe malattie. Ed è una fortuna quando non le si hanno. Per esempio c’è un quartiere intero che ha la scabbia, e questo è davvero un dramma, tutto ciò è appunto dovuto alla mancanza di acqua e quindi di igiene. La mia zona ancora si salva, poiché fatti gravi non ne sono successi. Mancava il cibo per i bambini, e si è potuto cucinare per loro: almeno 115 bambini, lì, mangiano tutti i giorni. E questo, per me, è già tanto».
Il “mal d’Africa” esiste, ci descrive cosa si prova pensando a questa terra quando la si lascia?
«Lo spiego raccontando che continuo ad andarci da ben 23 anni, è un qualcosa impossibile da spiegare, mi basta a volte guardare le immagini e i video, realizzati lì con loro, che mi viene voglia di uscire e prendere il primo aereo ed andarci subito».
Laura Efrikian è anche scrittrice, che rapporto ha con i libri?
«Come attrice dico che gli attori non vanno mai in pensione finché si reggono sulle proprie gambe, come scrittrice ci ho provato e vedremo in futuro, ma non anticipo nulla, come lettrice invece appena ho un momento libero apro subito un libro. Certamente quando mi trovo nel villaggio, riesco più a scrivere che a leggere, a casa, invece, la sera, finita una giornata, vado a letto e ho un libro che mi aspetta, a volte anche più di uno, e a seconda dell’umore poi scelgo. E mi piace leggere un po’ di tutto».
Per chi volesse fare una donazione, l’IBAN è: IT 64 M 08327 84811 00000000 1193 – Casuale: a Laura Efrikian “For Africa”
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