Oggi e domani apre a Dakar, in Senegal, la Conferenza del Global Partnership for Education (Partenariato globale per l’istruzione), organizzazione composta da governi, fondazioni e donatori privati, che fornisce finanziamenti per rafforzare l’istruzione primaria e secondaria nei paesi a basso reddito e in conflitto.
È incredibile pensare che in alcuni paesi come Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Senegal e Tanzania oltre 43 milioni i bambini in età scolare e 35 milioni i bambini in età di scuola secondaria non hanno la possibilità di una normale istruzione. A livello globale invece sono oltre 264 milioni i bambini esclusi dalla scuola primaria e secondaria, compresi 62 milioni di bambini in età di scuola secondaria inferiore e 141 milioni di bambini in età di scuola secondaria. Quasi l’80% dei bambini che non frequentano la scuola elementare e secondaria vive nei 65 paesi associati al Global Partnership for Education.
“Ad oggi i paesi a basso reddito hanno compiuto grandi progressi nell’assicurare l’istruzione primaria, mentre l’istruzione secondaria rimane ancora per pochi – dice Elin Martínez, ricercatrice per i diritti dei bambini presso Human Rights Watch. - Tutti i governi che partecipano alla Conferenza si impegnano a sostenere l’istruzione secondaria gratuita, infatti il Global Partnership for Education ha l’obiettivo, a partire dal 2020, di stanziare circa due miliardi di dollari l’anno. Anche se effettivamente i paesi associati al Global Partnership for Education in passato hanno eseguito in parte questi obblighi fondamentali, oggi speriamo che le cose possano cambiare sempre in meglio”. Purtroppo ancora oggi il governo del Senegal, paese organizzatore insieme alla Francia del Summit, non garantisce pienamente l’istruzione secondaria gratuita. Secondo un’indagine condotta da Human Rights Watch, sebbene la legge senegalese preveda un’educazione gratuita per i bambini dai 6 ai 16 anni, le scuole secondarie governative addebitano tasse e costi indiretti per ogni anno scolastico di circa 50.000 franchi CFA a studente, costringendo molte famiglie a ritirare i loro bambini dalla scuola. Parecchi paesi impongono costi indiretti (libri di testo, tasse degli esami, materiale scolastico di base, quote associative genitori-insegnanti) che impediscono alle famiglie povere di investire sull’istruzione, specialmente se sono bambini con disabilità.
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