Con l'arrivo di Orlando nel 2012 le famiglie in graduatoria d'emergenza abitativa erano 800, oggi sono 1600. Le famiglie senza casa che occupavano immobili abbandonati di proprietà comunale o del privato sociale erano 200, oggi sono 600. Le persone che avendo perso la casa e che si sono trovate costrette a vivere per strada erano circa 100, oggi sono oltre 200. In quattro anni l'amministrazione comunale ha assegnato circa 70 alloggi confiscati, ha pubblicato un bando per un contributo alloggiativo che si è rivelato del tutto fallimentare, ha dato il via a una pseudo forma di “housing sociale”, anche questo tentativo si è rivelato fallimentare, poi il nulla, nessuna programmazione, né a breve termine né a lungo termine.
A scattare l’impietosa fotografia dell’emergenza casa a Palermo è Toni Pellicane del Comitato di lotta per la casa 12 luglio, che sottolinea anche un’altra faccia della medaglia: «L’amministrazione comunale diventa efficientissima quando parla di rispetto della legalità, ecco che si decide di notificare 600 ordinanze di sgombero ad altrettante famiglie che occupano immobili abbandonati di proprietà comunale. Ci dicono che è un atto dovuto ma intanto un verbale viene firmato a seguito di una riunione che si è tenuta poco tempo fa, l'oggetto della riunione era stilare un piano per l'esecutività degli sgomberi».
A firmarlo gli assessori Luciano Abbonato, Agnese Ciulla, Barbara Evola e Giusto Catania. «Quindi c'è un vero e proprio atto politico che decide di usare il metodo repressivo nei confronti di 600 famiglie fortemente disagiate - aggiungono dal Comitato -. Nessuna alternativa è stata prevista per le famiglie che se venissero sgomberate finirebbero per la strada».
A ciò si aggiungerebbe un altro intento dell'amministrazione comunale: quello di “recuperare” gli alloggi confiscati alla mafia assegnati a famiglie disagiate che si sarebbero rese morose. «Il Comune - prosegue Pellicane - ha dato il via ad un censimento delle famiglie su menzionate, effettuato dalla polizia municipale, tale censimento sarà utilizzato per l'organizzazione degli sgomberi».
Ma il Comitato di lotta per la casa 12 luglio non ci sta e sottolinea come «Le case confiscate assegnate sono una conquista dopo anni di dure battaglie di piazza, di proposte e di incontri più o meno istituzionali e, pertanto, non intende restare a guardare e si opporrà in tutti i modi a questa scelta dell'amministrazione Orlando».
Per questi motivi il Comitato parteciperà all'assemblea “Patto per Palermo: ritorno al futuro?”, un'iniziativa che vuole provare a mettere assieme tutte quelle realtà di lotta per restare accanto alle famiglie senza casa e per organizzare, assieme a loro, una forte resistenza ma anche la possibilità di poter incidere in quelle che sono le scelte politiche sul problema dei senza casa, scelte che poi ricadono sulla pelle delle persone.
Il Comitato vuol poter dire la sua su come potrebbero essere spese le somme che stanno per arrivare a Palermo, somme stanziate dal Fondo di Sviluppo e Coesione, oltre alle somme della Comunità europea, per le città metropolitane, Pon Metro 2014-2020.
In merito, sono state proposte 5 linee di intervento sulle quali agire: blocco di sgomberi e sfratti, auto-recupero, con la partecipazione attiva dei senza casa, dei tecnici e delle maestranze delle partecipate e del Comune, pieno utilizzo degli alloggi confiscati alla mafia nella disponibilità del Comune, riutilizzo dei fondi per il contributo alloggiativo e per il business delle case famiglia, istituzione di una commissione d'inchiesta sull’incuria e sullo spreco del patrimonio immobiliare Comunale.
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti