Sindacati del comparto sanità sul piede di guerra a Palermo, dopo la sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Trani a favore della stabilizzazione di un medico che aveva lavorato per oltre 36 mesi presso l’Asl.
La Csa della Cisal, la Uil Rua e il Nursind chiedono, in una lettera inviata all’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, un incontro urgente per affrontare la problematica della stabilizzazione dei lavoratori del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo: una vicenda che, come sottolineano le stesse organizzazioni sindacali, “si trascina ormai da troppo tempo”.
“In un momento cosi delicato in cui, patologie come l’ebola, minacciano la salute pubblica nonché quella degli operatori sanitari che svolgono la loro attività in presenza di una cronica carenza di organico, con evidenti carenze strutturali e organizzative oltre che nell’incertezza quotidiana del loro futuro - affermano i sindacati -, non è consentito che le eventuali emergenze vengano affrontate in maniera cosi estemporanea e dilettantistica”.
Ma il tono della lettera diventa ancor più serio quando si fa riferimento alla sentenza, che potrebbe fare da apripista alla stabilizzazione di tante figure professionali del comparto sanitario. “Alla luce dell’ultima sentenza a favore dei precari della sanità (sentenza n° 1125/13) che stabilisce che i lavoratori del comparto sanità, in possesso del requisito dei 36 mesi di servizio espletati negli ultimi cinque anni presso la stessa Azienda, debbano essere stabilizzati anche in presenza del piano di rientro - sottolineano le tre sigle sindacali -, appare palesemente illegittimo che si continui a sfruttare il personale precario, per poi mandarlo a casa, secondo la filosofia dell’usa e getta, per assumere nuovi precari, così come sta accadendo al Policlinico universitario di Palermo, attraverso i nuovi bandi di assunzioni, tra l’altro contestati per palese disequità”.
Per Cisal, Uil e Nursind, non resta che una strada praticabile: la stabilizzazione, che “non soltanto è un atto dovuto da parte dell’Amministrazione, ma la sgraverebbe da oneri finanziari notevoli e le eviterebbe di affrontare un serio contenzioso, sostenuto proprio dai sindacati, che sarà inevitabilmente messo in cantiere insieme al personale precario, che possiede i requisiti di legge. A ciò va aggiunto che, nel caso in cui i ricorsi avanzati al giudice del lavoro dovessero essere accolti, provocherebbe sicuramente un danno all’erario, del quale i responsabili dovranno rispondere dinanzi alla Corte dei Conti”.
In assenza di una risposta concreta da parte dell’assessorato e dell’Policlinico, i sindacati si dicono pronti a “indire lo stato di agitazione ed eventuale sciopero dei lavoratori interessati”.
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