Rompiamo il silenzio. È questo il titolo della manifestazione nazionale che si terrà a Roma, sabato 14 novembre, a sostegno del sostituto procuratore di Palermo, Antonino Di Matteo, magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia assieme al procuratore aggiunto Vittorio Teresi e i pm Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, oggetto di una vera condanna a morte da parte del capomafia corleonese, Totò Riina.
L’iniziativa, promossa da Salvatore Borsellino, il movimento delle Agende Rosse e Scorta Civica Palermo, a cui prenderanno parte cittadini da tutt'Italia, prende spunto dalle recenti notizie sul progetto di attentato ancora esistente nei confronti del magistrato.
Lo scorso 25 settembre alcuni giornali hanno riportato le dichiarazioni del pentito Francesco Chiarello che, confermando quanto già riferito da altri tre collaboratori di giustizia (Vito Galatolo, Carmelo D'Amico e Stefano Lo Verso) sul progetto di morte, ha rivelato di aver saputo che il tritolo giunto a Palermo (circa duecento chili) sarebbe stato spostato in un luogo sicuro.
Nonostante l'enorme gravità della notizia da parte delle istituzioni si è sollevato l’ennesimo silenzio assordante (solo l'Anm ha espresso solidarietà con qualche giorno di ritardo).
Per questo motivo si è deciso di scendere in piazza per #rompereilsilenzio, far sentire al magistrato la vicinanza di tanti italiani onesti e, soprattutto, chiedere ai vertici dello Stato di non ripetere lo stesso errore del passato, lasciando solo chi è in prima linea per scoprire la verità su quanto avvenuto dal biennio stragista del '92-'93 in poi.
Tutti gli aderenti alla manifestazione si raduneranno alle 10 presso Largo Ricci (fine via Cavour) per dare vita a un corteo, pacifico ma determinato, che si snoderà per le vie del centro di Roma passando per via dei Fori Imperiali, piazza della Madonna di Loreto, piazza Venezia, via Cesare Battisti e, infine, giungere a piazza Sant'Apostoli, dove si svolgerà un sit-in con interventi di diverse personalità.
Gli organizzatori, inoltre, invitano i partecipanti al Corteo, per evitare strumentalizzazioni, di non presenziare con loghi, simboli e riferimenti a qualsiasi partito o esponente politico.
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