Musica di Gioachino Rossini
Libretto di Jacopo Ferretti
Maestro concertatore e direttore d’orchestra Antonino Fogliani
Regia Teresa Gargano
Assistente alla regia Salvatore Sito
Angelina Mara Gaudenzi
Don Ramiro Chuan Wang
Don Magnifico Simone Alberghini
Dandini Emmanuel Franco
Alidoro Francesco Leone
Tisbe Caterina Dellaere
Clorinda Maria Eleonora Caminada
Scenografie Sormani-Cardaropoli SRL
Sartoria Teatrale Arrigo Costumi
Maestro del Coro Francesca Tosi
Coro Colsper
Maestro al fortepiano Nicola Pascoli
Orchestra Filarmonica Italiana
Produzione Fondazione Teatro Coccia
Si ringrazia Atelier Fornasetti per il fortepiano
Si potrebbe sintetizzare il racconto del pomeriggio al Coccia con poche parole: spettacolo di vera bellezza con musica, voci regia e tutto quanto di pregio!
Lo spettacolo colpisce perché pur mantenendo la tradizionalità, si presenta quasi come nuovo dove la teatralità dell’interpretazione è posta in gran rilievo e la narrazione fluisce tra diversi cambi di scena, costumi appropriati e scenografie favolistiche e favoleggianti.
La regia della giovane e molto abile Teresa Gargano è dinamica ed attenta ad ogni particolare: si percepisce che tutto è stato pensato e tutto è realizzato puntando al divertimento ed alla scorrevolezza! (e non è scontato nemmeno per nomi più conosciuti ed affermati). Produzione meritevole anche per le scenografie a tutto palco realizzate con semplice efficacia ed in alcuni casi direi intuizione, che sono curate da Sormani e Cardaropoli srl dove ben si inseriscono i costumi classici della sartoria Arrigo Costumi. L’orchestra filarmonica italiana diretta dal magistrale Antonino Fogliani affermato nel campo; fin dalla magnifica ouverture si percepisce la bravura sia dell’orchestra che del direttore che con padronanza asseverata e con molto rispetto pari all’entusiasmo, accompagna il pubblico a trascorrere qualche ora in un mondo di ascolto sorridente e piacevolezza del ritrovarsi, trastullati anche dalla dolcezza del suono del fortepiano suonato da Nicola Pascoli. Oltre alla regia al femminile anche la direzione del Coro Colsper è affidata all’abile Francesca Tosi, che in sintonia con la regia ha compiuto un ottimo lavoro di vocalità e presenza attoriale dei coristi.
Parlando di opera inevitabilmente si va a raccontare di quanto si è udito ed ascoltato, quindi si parla di voci ed in questo caso oserei dire che nessuno ha tradito le aspettative; quasi tutti giovani e al debutto hanno riscosso talmente tanti applausi da consolidarli tra i buoni cantanti.
La voce conosciuta è quella del profondo baritono Simone Alberghini, non certamente nuovo a ruoli rossiniani, che con padronanza rende sempre efficacemente per la globale interpretazione, come in questo caso che interpreta un Don Magnifico superbamente autorevole con i deboli e decisamente succube e “viscidamente ossequioso” con i potenti.
Brave vocalmente ed altrettanto efficaci come attrici le due sorellastre Tisbe, Caterina Dellaere e Clorinda Maria Eleonora Caminada parti integranti e di rilevo della storia che conducono brillantemente e con vivacità.
Francesco Leone, giovane basso cagliaritano ha ben espresso la figura di Alidoro con voce giovane, ma profonda e con piglio sicuro scenicamente.
Dandini il cameriere che si presta alla gag della sostituzione di persona con il principe per saggiare la bontà dei sentimenti delle pretendenti, è di per sé figura brillante e comica ed Emmanuel Franco ha saputo eccellentemente divertire quasi rocambolescamente senza lesinare con l’emissione vocale calibrata in tonalità e ironicità. Don Ramiro ha incontrato Chuan Wang che ha reso con bei colori e note alte e sicure il personaggio del principe. Cenerentola, la protagonista, è stata interpretata dalla debuttante Mara Gaudenzi ( per un caso del destino proprio nei giorni di San Gaudenzio patrono di Novara) che ha veramente stupito favorevolmente un pubblico attento ed in buona parte esperto.
La Gaudenzi si è presentata sul palco del Coccia con la sicurezza di cantanti avvezze al ruolo riuscendo ad esprimere il ruolo da contralto senza alcuna sbavatura, anche con punte di ottimo livello, insomma una bella scoperta!
Le agilità rossiniane, le coloriture e le reminiscenze da Barbiere sono apparse con luminosa vivacità in molti momenti dell’opera.
Se un sentimento collettivo si vuole riservare sia alla produzione che all’effettiva realizzazione, può essere solo un sentimento di apprezzamento, come condiviso anche con una parte esperta del pubblico.
La Musica vice sempre.
Renzo Bellardone
Credito fotografico: Mario Finotti
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