Approvata all’unanimità in commissione sanità all’Ars una risoluzione che impegna il governo a procedere celermente con il sistema dell’accreditamento per l’assistenza domiciliare anche secondo quanto già previsto nella circolare dell’Assessore Razza del 12 Giugno 2019, e giusto impegno in cui alla successiva audizione del 2020 scaturita dall’enorme ritardo in quanto era previsto l’emanazione delle linee guida entro il 31 dicembre 2019.
Sono le parole dell’On. Pullara vice presidente della commissione sanità All’ars
"La risoluzione – spiega Pullara - si è resa necessaria non solo, per il lungo lasso di tempo trascorso, a nulla rilevando il problema pandemico ma soprattutto per evitare che quanto disposto con una circolare dell’assessore ad interim On. Musumeci del 29 aprile c.a. che inspiegabilmente, tra l’altro, in controtendenza con le altre regioni italiane, autorizza le aziende a procedere mediante gara ribaltando quanto già stabilito nel 2019 con il sistema dell’accreditamento che invece assicura la libera scelta da parte del paziente tra più operatori piuttosto che l’obbligo verso una.
Riteniamo - conclude Pullara - che con questa risoluzione la commissione sanità abbia aggiustato il tiro rispetto a quanto il governo in maniera strabica intendeva fare."
Cos'è l'Assistenza Domiciliare Integrata
L'Assistenza Domiciliare Integrata è una forma di assistenza rivolta a soddisfare le esigenze quasi esclusivamente degli anziani, dei disabili e dei pazienti affetti da malattie cronico-degenerative in fase stabilizzata, parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanentemente non autosufficienti, che necessità di un'assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale (pulizia dell'appartamento, invio di pasti caldi, disbrigo di pratiche amministrative, ecc.) ad interventi socio-sanitari (supporto psicologico, attività riabilitative, assistenza infermieristica, interventi del podologo, ecc.).
L'obiettivo è consentire all'ammalato di rimanere il più a lungo possibile nel conforto di casa propria e diminuendo notevolmente, in questo modo, anche i costi dei ricoveri ospedalieri inessenziali.
Come si accede all'ADI?
La richiesta di presa in carico può essere presentata all'Ausl (e con la riforma, dal 1 settembre, all'ASP) dal medico di famiglia, dall'ospedale, dal Comune. Questa viene esaminata dalla Unità Valutativa Multidimensionale (UVMD), composta da diversi specialisti: un geriatra o un internista, un infermiere, un terapista, un assistente sociale e dal medico di medicina generale che ha in cura il paziente (responsabile del trattamento).
L'UVMD predispone una scheda di valutazione (SVAMA) per definire i bisogni sanitari e sociali emersi dalla valutazione effettuata.
A questo punto è possibile stabilire il "PAI" (Piano di Assistenza Individuale) e il servizio viene fornito all'ammalato o direttamente da parte della AUSL o dalle Associazioni ONLUS ritenute idonee.
Alcune tipologie di ADI attivate sono prevalentemente di tipo Geriatrica e Palliativa, pazienti con deterioramento capacità mentali, malattie progressivamente invalidanti.
Il periodo di trattamento in media per l'ADI geriatria è calcolabile in 80 giorni e per l'ADI palliativa di circa 60 giorni.
Il costo sanitario "medio pro-capite" per una assistenza in ADI è attestabile a € 1.400,00 circa.
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