La Polizia di Stato sta conducendo nel capoluogo palermitano una importante operazione antimafia, denominata “Padronanza”. Circa 100 uomini della Squadra Mobile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, stanno eseguendo l’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale nei confronti di numerosi soggetti, indagati a diverso titolo, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato ed altro.
Dalle indagini della Polizia di Stato è emersa una radiografia del mandamento mafioso della “Noce” e l’allarmante quadro di una organizzazione mafiosa cittadina sempre “vitale” e pronta ad intessere rapporti illeciti pur di raggiungere il profitto economico. Nella geografia “mandamentale” cittadina quello della “Noce” è stato sempre uno snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra palermitana e studiarne quindi le dinamiche è servito agli agenti per ragionare anche sulla capacità di riassetto dell’intera organizzazione mafiosa.
Le indagini hanno fatto luce sui delicati equilibri “intrafamiliari” all’interno del mandamento, in specie tra le famiglie della “Noce” e di “Cruillas”, registrando una strutturata spartizione di compiti, anche all’interno della singola “famiglia”, con “deleghe” affidate a uomini di fiducia, in relazione a diversi campi di interesse economico: appalti, compravendite di terreni, scommesse on line ed estorsioni.
E’ stato accertato che esponenti del mandamento della “Noce” abbiano avuto contatti con omologhi di altre strutture mandamentali in un periodo “storico”, quale è stato per cosa nostra quello del 2018, in cui, per la prima volta dopo decenni, era tornata a riunirsi la commissione provinciale. Alla luce di tali contatti, è plausibile che anche esponenti di tale mandamento siano stati coinvolti in quell’importante progetto, riservato solo ai più autorevoli esponenti di cosa nostra palermitana, volto alla riorganizzazione della consorteria criminale.
Salvatore Alfano era diventato il nuovo padrino, un ruolo riconosciuto anche dal boss più anziano, Settimo Mineo, che aveva presieduto il primo summit della nuova cupola dopo la morte di Riina, e che spesso incontrava nella concessionaria di famiglia, in piazza Principe di Camporeale. Un bacio in bocca tra i due nel cuore del quartiere era il chiaro segno dell'investitura.
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