Cinquanta persone licenziate e un calo d'affari del trenta per cento, in 15 giorni. E' questo il bollettino di guerra che coinvolge i ristoranti cinesi a Palermo, dopo la psicosi da Coronavirus.
"In città ci sono trenta ristoranti. Il giro d'affari è di circa cinque milioni di euro l'anno - dice Marco Mortillaro, direttore della comunità cinese d'Oltremare una delle due più rappresentative a Palermo - che adesso rischia di incrinarsi a causa della paura innescata dal virus".
Insomma, gli affari vanno a picco, e i ristoratori cinesi, per sensibilizzare l'opinione pubblica, stasera si incontreranno a cena al ristorante Takumi di via Malaspina, e con loro ci saranno donne e uomini delle istituzioni e clienti abituali.
"I ristoranti cinesi utilizzano come materia prima i prodotti locali per il sushi, come il pesce di Mazara del Vallo - continua Mortillaro - E' impensabile che si tratti di ingredienti provenienti dalla Cina".
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