Terza e ultima settimana di Metamorphosis all’Orto Botanico: giovedì (7 settembre) il ritorno a Palermo di Emma Dante con “La scortecata”; venerdì e sabato (8 e 9 settembre) due coreografie “Vestire la diplomazia”, concept di Roberto Zappalà per Scenario Pubblico; e “If you were a man” di Mauro Astolfi per lo Spellbound Contemporary. Quindi, sempre sabato, il duo Monogatari che commenta musicalmente corti e mediometraggi giapponesi del XX secolo. Domenica (10 settembre) alle 21.30, il festival chiude con Davide Enia e il ritorno ne “L’abisso” dei racconti di chi arriva dal mare.
Metamorfosi ovvero diversità e creatività. In un luogo che fa della diversità, la sua ricchezza: inizia giovedì all’Orto Botanico, la terza ed ultima settimana di Metamorphosis, il festival multidisciplinare che abbatte ogni steccato tra i generi. E che ospita giovedì (7 settembre) alle 21.30 il gradito ritorno a Palermo di Emma Dante con “La scortecata”, spettacolo tra i più fortunati degli ultimi anni, che ritorna in città dopo un primo debutto nel 2018, la messinscena a Spoleto e dopo aver attraversato l’Europa. “La scortecata” - testo e regia di Emma Dante, liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile; con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola - narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia che scambia per una fanciulla. In una scena vuota, due uomini en travesti, in un dialetto napoletano antico e ricco di visioni, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. Ticket: 15/10 euro
Quindi due lavori di danza internazionali: venerdì 8, “Vestire la diplomazia”, concept di Roberto Zappalà per Scenario Pubblico. Nell’interazione tra due diversi corpi si avverte l’esigenza di trovare un territorio comune, una sorta di “punto d’incontro”. Vestire la diplomazia” - del danzatore ennese Filippo Domini e del ballerino di Vercelli, Erik Zarcone, ambedue di Scenario Pubblico - nasce dall’esigenza di indagare l’abilità dell’accortezza, della cautela, della circospezione e della finezza, in un intrecciato processo di scoperta dell’altro. Con Lorenzo Capozzi, Mario Laterza, Mateo Mirdita, Alessandro Piergentili. A seguire dj set del Collettivo Radio Muble. Ticket: 10/7 euro.
Sempre sabato 9 settembre alle 21, nella prima parte della serata, ecco “If you were a man” di Mauro Astolfi per lo Spellbound Contemporary Ballet, studio per quattro uomini su una profonda riprogrammazione dell’ascolto. “Se i suoni prodotti dai movimenti, dai respiri, potessero sempre essere decodificati in tempo utile alcune cose potrebbero essere evitate; potrebbero non accadere e si potrebbe imparare ad ascoltare efficacemente un corpo che non parla”. Ticket 15/10 euro.
E’ seguito alle 22 dalla performance Monogatari (racconto, narrazione, storia, cronaca): il duo commenta musicalmente una serie di corti e mediometraggi animati giapponesi realizzati nella prima metà del XX secolo. Da Katsudō Shashin (“Immagini in movimento”, 1907) a Kujira (“La Balena”, 1952), l’arco narrativo tratteggia scenari ora naturalistici ora incorporei che definiscono un paesaggio visivo quasi calligrafico. La musica aiuta le scene a dipanarsi scandendone il ritmo e insieme il fluire delle pennellate, dei fotogrammi e delle piccole storie custodite dall’immaginario filmico del Giappone del primo Novecento. Ticket: 10/7 euro.
Preceduto alle 19 dagli straordinari acrobati di Circ’opificio - delicati e variopinti, ballerini e acrobati trasmetteranno con naturalezza le sensazioni scaturite dal contatto con il giardino: meraviglia, serenità e gioia - il festival si chiude domenica, sempre alle 21.30 con un altro gradito ritorno, quello di Davide Enia con “L’abisso”, racconto nato dalle voci autentiche di chi arriva e tenta di ripartire con urgenza. La messinscena di Davide Enia fonde diversi registri e linguaggi teatrali: gli antichi canti dei pescatori, intonati lungo le rotte tra Sicilia e Africa, e il cunto palermitano, sulle melodie a più voci
Sono visitabili fino a domenica 10 settembre anche ”The Lovers” dei Masbedo, potente video scultura interamente giocata sulla violenta seduzione di due esseri e la mostra “Trittico” che raccoglie gli scatti di Giuseppe Distefano su Pina Bausch.
La rassegna diretta da Sabino Civilleri è giunta alla sua seconda edizione; nata dalla collaborazione tra il SiMuA (il Sistema museale di Ateneo) e CoopCulture che cura i servizi aggiuntivi dell’Orto, organizzata da Genìa e realizzata con il supporto del laboratorio del DAMS universitario; è inserita tra le attività finanziate dal PNRR per la rigenerazione e valorizzazione di parchi e giardini storici.
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