Il racconto di un mondo nostalgico, che ci piace ricordare con un sorriso. Arriva, presso “Il Teatrino”, “Io sono Paolo quello dell’82”, spettacolo scritto e interpretato da Emanuele Beltrame per la regia di Rosanna Prestigiacomo. Una produzione “Combattila malattia con un sorriso Onlus”. Appuntamento sabato 3 febbraio, alle 21:15, in via Paolo Gili, 11.
Parte del ricavato dello spettacolo sarà devoluto al progetto “La cura Andrea La Fata”, nato dall’impegno di Roberta Gaudenti e della Dott.ssa Grazia Crescimanno, pneumologa che si occupa delle complicanze respiratorie nelle patologie gravi e rare, ed è destinato all’acquisto di un ECG holter. La donazione per assistere allo spettacolo è di 5€. Per info e prenotazioni, basta chiamare il numero 3276783159.
La storia di “Io sono Paolo quello dell’82” attraversa le varie tappe della vita di Paolo Rossi, calciatore italiano - classe 1956. Il punto di vista non sarà quello di raccontare le avventure di Paolo Rossi, bensì quelle di “Paolo”, un umile uomo, che dal basso raggiunse grandi vette al punto da contraddistinguersi come “campione del mondo”. «Dove mi divertivo era all’Oliveto, squadra del Santa Lucia. Giocare con mio fratello era come giocare con il proprio idolo», racconta così lo stesso Paolo. Tutto iniziò proprio da quella squadra che diede la svolta alla sua vita. Attraverso una narrazione alternata – frammenti in prima persona, in terza persona fino ad arrivare ad un narratore onnisciente – emerge la figura di un animo umano che non aveva niente di diverso dagli altri, se non la sua perseveranza.
Perché proprio il Paolo del 1982? Contro ogni pronostico, il fine è quello di arrivare alle generazioni attuali: lo sfondo storico è quello che conta: l’Italia del 1982 che crede nella propria nazione e investe in essa per portarla al suo apice.
Uno spettacolo nel quale ogni strato sociale può riconoscersi e ritrovarsi: gli uomini di oggi per ritrovare i ragazzi di allora con tanti sogni, le donne di oggi per rivivere le loro prime cotte per quei calciatori “belli”. Infine, i ragazzi di oggi per vivere un periodo mai vissuto e che forse non tornerà più, con la speranza che siano proprio loro, un giorno, a riportarlo in vita. Perché in fondo, tutti siamo come “Paolo, quello dell’82”.
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