Prodotto da PinDoc, in collaborazione con Curva Minore, Genìa LabArt, Triangolo Scaleno e con il sostegno del Ministero della Cultura, della Città di Palermo-Assessorato alla Cultura e della Città Metropolitana di Palermo, giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 settembre va in scena a Palermo, in alcuni luoghi simbolo della periferia sud, tra l’Ecomuseo Memoria Viva/Campo sportivo Stella d'Oriente, Via Tiro a segno e Largo Bruno Buozzi, Appunti per Pilade, spettacolo in tre episodi con la direzione artistica di Danila Blasi e Sabino Civilleri, la drammaturgia di Roberta Nicolai e le coreografie di Giovanna Velardi.
Il progetto - vincitore dell'Avviso pubblico nelle aree periferiche del Comune di Palermo e della Città Metropolitana di Palermo - è l’elaborazione dell’adattamento multidisciplinare. Tra teatro, danza e musica, del Pilade di Pier Paolo Pasolini, realizzato da un collettivo di artisti con il coinvolgimento delle comunità cittadine della Periferia sud di Palermo, come parte fondamentale dell’opera, in un intervento site specific che attraverso tre momenti condurrà il pubblico attraverso i segni distintivi della poetica pasoliniana, alla ricerca delle tracce estetiche e delle traiettorie tematiche del poeta.
Pilade, tragedia scritta nel 1967, si presenta come ideale continuazione dell’Orestiade di Eschilo e, sebbene sia costruita secondo la forma attica sia nella struttura in episodi che nell’ambientazione, crea un nuovo mito, quello di Pilade, consustanziale alla storia italiana del secondo ‘900 e tale da innescare con essa un parallelo stringente: “Non un passato mascherato da presente, ma un presente mascherato da passato”, come aveva scritto, appena un anno prima, Pasolini a proposito del Vangelo secondo Matteo.
Appunti per Pilade rielabora il testo di Pasolini anche attraverso la traduzione di alcune sezioni testuali in siciliano e ne propone alcuni degli episodi più significativi per il nostro tempo attuale: il racconto di un’inspiegabile epidemia che flagella la città e le campagne; la giovinezza e l’amicizia di Pilade, Oreste e sua sorella Elettra nella libertà del gioco nel campo da calcio; la nascita del conflitto insanabile tra Oreste, sostenitore del progresso dettato dalla Ragione, fautore del benessere economico dell’istituzione democratica connivente con le atrocità della borghesia fascista, di cui sua sorella Elettra è espressione, e Pilade che matura il proprio orrore per il potere ed è deciso a lottare e resistere, fino alla più estrema solitudine, per la sopravvivenza degli ideali, del sogno e del sentimento nel mondo divenuto razionale; l’intervento di Atena che profetizza la rivoluzione capitalistica, i suoi orrori e le sue tragiche conseguenze; il processo in pubblica piazza fatto da Oreste e dai cittadini a Pilade per eresia e il suo esilio dalla città.
In scena: Federica Aloisio, Domenico Ciaramitaro, Manuela Lo Sicco, Federica Marullo, Dario Muratore, Francesco G. A. Raffaele, Valeria Zampardi e un coro formato da cittadini e cittadine del quartiere in forma di assemblea pubblica, e due squadre di calcio di ragazzi chiamati ad essere parte dell’azione scenica con il loro corpo reale - e la connessione di forme e contenuti scenici con spazi e luoghi urbani, in uno stretto dialogo della drammaturgia con il paesaggio e con gli elementi architettonici e sociali del contesto con l’obiettivo di evocarne non solo il visibile ma anche l’invisibile, il rimosso, la memoria.
La città di Argo del testo diventa Palermo. La Periferia sud rivela una Palermo reale, un paesaggio pasoliniano, stratificato nelle sue trasformazioni, in cui macerie e oggetti abbandonati sono il segno di contraddizioni sempre in atto. L’esplosione della rivoluzione edilizia ha lasciato detriti cancellando l’economia preesistente e realizzando opere urbanistiche che la cittadinanza non ha potuto né comprendere né utilizzare. In un rapporto naturale con la distruzione, la ricorsività, la distrazione, l’abbandono, la periferia ha cambiato volto – e lo cambierà ancora – per rimanere identica a sé stessa.
Interventi artistici e paesaggio raccontano la medesima storia: il conflitto tra gli ideali, la tradizione, la memoria, le forze antiche sostenute da Pilade e la violenza della rivoluzione capitalistica profetizzata da Atena e abbracciata da Oreste e rendono evidente la natura ibrida di un territorio e di un Paese in cui convivono elementi preistorici e la sistematizzazione mal riuscita dell’edilizia popolare degli anni ’80.
L’intervento artistico di Appunti per Pilade vivifica per la cittadinanza ciò che le è proprio: quartieri, spazi, opportunità, consapevolezza e l’opportunità di prendere parola.
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