Fabio Damiani, direttore dell’Asp 9, arrestato nell’operazione anticorruzione “Sorella sanità” su appalti nella sanità, nel 2018 era ossessionato dalle nomine nell’ambito della sanità siciliana, e cercava sponde politiche per ottenere l’incarico.
Nelle intercettazioni tra Fabio Damiani e l’imprenditore Salvatore Manganaro, emerge che il suo sponsor per la nomina a manager dell’Asp era Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars.
“Chi c’è dietro questa operazione lo sappiamo solo noi e Gianfranco. Il pupo è Turano…eee…. u puparo è Miccichè”, dice Manganaro, “a me a prescindere del resto se l’operazione mi deve riuscire è quella lì ok? – continua l’imprenditore – ma siccome siamo in tre a saperlo tu si u quarto che a Trapani dietro Turano e Lumia ce l’ha messo Miccichè con un teatrino palermitano”.
Fabio Damiani in un’altra intercettazione dice: “Però in città è risaputo che quello che deciderà e che… sarà Gianfranco (Miccichè ndr) assolut. Gianfranco. Il problema è che non c’è stato l’incontro con lui. Basterebbe avere l’incontro con lui e poi non sarebbe necessario incontrare nessun’altro”. I finanzieri hanno ricostruito tramite una serie di intercettazioni in un ufficio in via Principe di Villafranca un incontro tra Ivan Turola, Fabio Damiani e Guglielmo Miccichè, fratello del presidente dell’Ars avvenuto nel bar Spinnato in via Principe di Belmonte.
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