“Nessuno può tenere in scacco i propri fantasmi per troppo tempo. E senza pagarne il prezzo”
Il mistero di un giallo irrisolto, storie di amori e delitti inconfessati, il tutto sullo sfondo di una gelida e nevosa Milano: sono questi gli ingredienti del nuovo appassionante giallo di Lucia Tilde Ingrosso, “I fantasmi non muoiono mai” (pp. 371, €16,00, Laurana Editore, gennaio 2015), che dopo i successi Feltrinelli e Kowalski, torna in libreria con la fortunata serie dell’ispettore Sebastiano Rizzo, stavolta alle prese con una delle stagioni più impervie delle sua vita professionale e personale.
Affascinante e malinconico, Rizzo sarà travolto e quasi spiazzato dai fantasmi del passato, quelle ferite non curate che ritornano assillanti per essere sanate del tutto.
Classica la trama, ma mai scontata. Il ritrovamento di un pregiato anello di famiglia rubato riapre il caso della bionda e ricca Valeria Aldobrandi, nobil donna morta dieci anni prima in un incidente d’auto in Costa Azzurra. E se si trattasse di omicidio? E se Valeria fosse ancora viva? Qualcun altro sarebbe morto al suo posto? I misteri si infittiscono intorno alla famiglia Aldobrandi: Augusto, l’anziano marito, la figliastra gelosa Sofia e il figlio di lei Vittorio, morto pochi anni dopo alla vigilia del matrimonio e alla cui tomba adesso qualcuno posa inspiegabilmente delle rose blu. Un’indagine davvero rompicapo per l’ispettore e la sua squadra. Accanto a lui una vice-ispettore tentatrice, un Pm presenzialista, una fidanzata discografica, Violetta, quasi perfetta e una mamma orgogliosa del suo eterno bambino. Fra colpi di scena e indizi fallaci, quando Rizzo sarà sul punto di perdere tutto, finirà per ritrovare se stesso e risolvere questo intricato caso.
Un’indagine fra i luoghi della questura e quelli dell’anima, un travolgente noir di passioni e di fantasmi che ritornano per stravolgere e riordinare certezze e dubbi di personaggi diversi, ma tutti, in vario modo, accomunati da un irresistibile bisogno di riscatto.
Un intreccio per esperti. Una trama che coinvolge sino all’ultima pagina, passando da concitati ritmi polizieschi a momenti intimi e riflessivi, dov’è il cuore a far da padrone. Ben fatto l’entrelacement, che riesce a guidare l’attento lettore come in un labirinto a un’unica uscita. Mai violento, anzi elegantemente passionale, un romanzo dalla scrittura impeccabile che rimane impresso come una bella colonna sonora, la sua.
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