Che libri ci siamo persi di recente? Quelli scorti in una frettolosa incursione in libreria o lasciati ad aspettare nel cassetto del “poi lo leggerò”.
Continuano i nostri consigli di lettura: novità, riedizioni, piccoli assaggi di grandi emozioni.
1.Francesco Carofiglio, “Voglio vivere una volta sola” ( pp. 182, € 13,90, Piemme, agosto 2014) . Si può vivere senza essere mai nati? La vita di Violette è uguale a quella di tante bambine. Due fratelli, Jean e Augustin, una madre premurosa, un padre completamente assorbito dal lavoro. Un cane, Javert, conosciuto per caso e amato all’istante. E tante case: la prima a Roma, poi a Parigi, infine nella tranquilla Plouzané, in Bretagna, a pochi metri dal mare, il posto migliore per curare le ferite dei sogni mai realizzati. Le giornate di Violette corrono leggere, come quelle di tanti bambini, tra passeggiate, chiacchiere, giochi e letture. Ma, le notti sono diverse. Perché Violette non dorme, cammina al buio, i piedi scalzi, l’abito celeste. Riempie le ore contando i libri dei genitori, tremilaottocentosettantotto per l’esattezza, apparecchia tutti i ricordi nel ricordario, per non perderli più.
E ogni giorno guarda il mondo e lo vede cambiare, le persone vanno a una velocità differente, crescono, invecchiano, spariscono. Invece lei rimane sempre la stessa, le stesse mani, lo stesso viso. Perché Violette è la bambina che non c’è. Non è mai nata, è il desiderio perfetto di tutti loro, mamma, papà, Jean e Augustin. Eppure vive, ride, corre, esiste, almeno fino a quando qualcuno continuerà a pensarla. Sul confine magico che divide la realtà dal sogno, Violette, voce narrante dell’ultimo romanzo intimista di Carofiglio, ci racconta il suo mondo con una leggerezza allegra e malinconica, raccogliendo gli attimi, le emozioni e i gesti della sua famiglia. Un libro che si fa amare, come l’idea della sua protagonista, la tenera emozione di una vita mai rivelata, ma sempre taciutamente esistita.
2.Mario Benedetti, “La tregua” (pp. 241, €14,50, trad. it. di Francesco Saba Sardi, Nottetempo edizioni, nuova ed. ottobre 2014). Un romanzo sul tempo, diventato un classico del Novecento, che ritorna in una nuovissima edizione a cinque anni dalla scomparsa del suo autore, lo scrittore uruguayano Mario Benedetti (1920-2009). Il diario intimo di un pensionato che racconta e declina la sua storia di solitudine individuale e collettiva. Protagonista del romanzo è Santomè, impiegato in una grossa azienda di Montevideo, schiacciato dalla monotonia della vita di ogni giorno. Vedovo, vicino alla pensione, Santomè ha difficoltà a stabilire un rapporto con i suoi figli. Sembrerebbe il perfetto inetto alla Svevo, ma quando nell'azienda viene assunta la giovane Laura Avellaneda, Santomè sente nascere un amore insperato che lo porterà a vivere una relazione clandestina, quella Laide che sembra illuminare il suo futuro ancora in gioco. Peccato che la felicità per il protagonista rimane solo una calma tra due tempeste. L’allontanamento da quell’amore fuggente farà sprofondare Santomè in una nuova e ancora più travolgente solitudine, di quelle in cui si zoppica un po’ e ci si lascia inesorabilmente andare allo scorrere di una clessidra. Un romanzo intenso, poetico e tristemente riflessivo, di quelli da conservare nell’anima, non solo in uno scaffale di libreria.
3.Giorgio Falco, “La gemella H” ( pp.360, €18,50, Einaudi, 2014). Tra i vincitori del Premio Opera Italiana della 40esima edizione del ''Premio Letterario Internazionale Mondello'', il romanzo di Falco è un bellissimo romanzo corale che riflette senza riserve sulla società contemporanea, riallacciata alla storia del Novecento, quella delle grandi dittature e dei treni in corsa verso la modernità di massa.
La storia comincia nel 1933, a Bockburg, cittadina bavarese, dove nascono le gemelle Hinner, Hilde, voce narrante, ed Helga. Il padre Hans dirige il giornale locale, e spinto dall'ambizione vive sino in fondo gli anni del Terzo Reich, qui narrati da una prospettiva del tutto inedita: la merce. I debiti per la casa, la rincorsa all'automobile lussuosa, l'appropriazione della villetta del vicino ebreo, che dà inizio a una seria di speculazioni immobiliari, prima in Germania e poi in Italia. Dal bagnino della piscina di Merano alle commesse della Rinascente nel dopoguerra milanese, fino alle sonnolenti stagioni balneari della Riviera romagnola, il racconto di “due mondi che si uniscono per sempre”. La storia di tre generazioni della famiglia Hinner, che dalla Germania di Hitler arriva all'Italia dei giorni nostri.
La gemella Hilde, testimone della sua stessa esistenza, è una ribelle inerte nel mondo progettato dal padre, dai padri della Grande Guerra. La sua voce, ora laconica ora straripante, narra ottant'anni di vicende private intimamente intrecciate al Novecento, dalla guerra, al turismo di massa, all'ossessione del corpo. Fino a innescare un cortocircuito che fa esplodere il nostro presente, denudandolo come mai prima era stato fatto.
La gemella H è il racconto dell’ipocrisia sociale, la storia di una famiglia ossessionata dai beni e compromessa con il Male, ma decisa a dimenticare, pur di salvarsi. D’altronde, scrive l’autore: “Succede nelle dittature e nelle democrazie, la quotidianità prende il sopravvento come una forma ottusa di rimozione, di difesa, e suggerisce la vita”.
4.Mario Pistacchio e Laura Toffanello, “L’estate del cane bambino”, (pp.224, €16, 66thand2nd, ottobre 2014). E concludiamo con un coinvolgente noir d’esordio, scritto a quattro mani: la storia di una scomparsa inspiegata e mitizzata, che coinvolge un gruppo di bambini in una calda estate veneziana.
A tutti tocca vivere l’ultima estate. È quella in cui si perde l’innocenza, si sciolgono le compagnie spensierate, s’allungano ombre inattese e ferali. Per Vittorio e il suo gruppo d’amici accade alle porte dell’adolescenza, nei dintorni di Venezia, in un paese con un nome da favola nera: Brondolo. La ricorderanno per sempre come “l’estate del cane bambino”, quella in cui il piccolo Narciso (fratello minore di Ercole, uno dei cinque del gruppo) scomparve. Al suo posto, obbedendo ai canoni di una locale leggenda, apparve un piccolo cane cui misero nome Houdini, il mito del bambino sparito. Per illudersi, per non soffrire, vollero credere che davvero quell’animale fosse la reincarnazione dello scomparso. È una finzione a cui partecipa tutto il paese, immerso in un’atmosfera di umidità e omertà. Recitano gli uomini, gli uni spettatori dei vizi degli altri; le donne, acquiescenti in un silenzio dettato dall’amore o per amore mascherato; il prete, supremo complice. Mai un angolo di Veneto è parso tanto oscuro, tanto a sud nella geografia delle consuetudini narrative. Il culmine dell’estate e della storia è in un doppio, struggente sacrificio. Dopodiché, ognuno torna alla vita.
Solo molti anni più tardi Vittorio, capitano dei carabinieri ormai alle porte della pensione, farà il percorso inverso, ritroverà gli amici sopravvissuti al banco di un bar immutabile e su quel legno poserà un foglio come di calendario che apre infine una nuova stagione: Vittorio ha appena ricevuto una lettera che contiene un vecchio disegno. Ritrae un uomo con un paio di corna che getta un cane nero in un pozzo. In un attimo l’urlo del passato diventa inarrestabile e il nostro protagonista torna a quell’estate per scoprire insieme ai vecchi amici che fine ha fatto Narciso e cosa successe davvero in quel lontano 1961, quando improvvisamente un bambino si trasformò in un cane, i genitori diventarono cattivi e ogni spensieratezza ebbe fine.
Un libro variegato, genuino e intrigante, che a metà tra romanzo di formazione e giallo coinvolge il lettore in una storia piena di dubbi e misteri da scoprire.
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