Enrico Berlinguer moriva a Padova l'11 giugno del 1984. Aveva portato il PCI ai suoi massimi storici (il 34,4% delle elezioni politiche del 1976). E aveva posto al centro della politica del partito comunista – oltre a quel compromesso storico che lui stesso decise di non nominare più in seguito a quella che definì «una campagna deformante» del significato stesso del compromesso, di quella ricerca d'accordo con la Dc e con il PSI. Lo sostituì poi, a partire dal 1980, con l'alternativa democratica, ovvero la ricerca della formazione di un governo senza la Dc – la questione morale.
Il 28 luglio del 1981, aveva rilasciato un'intervista a Eugenio Scalfari nella quale indicava proprio nella "questione morale" il problema principale che la politica e le sue istituzioni dovevano risolvere per tornare ad occuparsi del bene comune. Mai parole furono più profetiche e attuali! Per onorare la memoria e il contributo di Berlinguer serve soprattutto una riscossa civica all'insegna dell'onestà e alla cui testa si ponga proprio la politica, che deve riappropriarsi del suo supremo compito di ricerca del bene comune.
La questione morale nell'intervista rilasciata a Scalfari
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono profare d'essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche. [...] Quel che deve interessare veramente è la sorte del paese. Se si continua in questo modo, in Italia la democrazia rischia di restringersi, non di allargarsi e svilupparsi; rischia di soffocare in una palude.
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