Voci, passi, colori
visi dietro finestre di legni passati
volti dipinti su terra bruciata
suoni estranei, ferocemente nostri.
Pizzichi di solerti madri
a sistemare maglioni sulle braccia,
emozione di domeniche speciali,
sfumate col vino come il ragù...
scarpe strette di vernice,
capelli che tirano un pò,
profumo di zagara, mio nonno,
le luci per strada, archi di semplice bellezza.
Passa la banda,
un salto a vedere magici lampi di ottone,
il cielo non avrà mai più quel turchese irreale...
Francesca Amato
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