Ci sono Film che restano nel cuore per sempre. Eccone rispolverato uno datato 1970: “Anonimo Veneziano”. Un film di Enrico Maria Salerno. Con Florinda Bolkan, Tony Musante, Toti Dal Monte, Brizio Montinaro, Giuseppe Bella.
Uno shopping tutto al femminile mi ha fatto ricordare di un aforisma che prima del film in questione non conoscevo e, naturalmente, dello stesso struggente film di cui vi manifesterò la trama e qualche commovente ricordo.
La frase dell'aforisma recita: “Nella vita della maggior parte delle donne tutto, anche il più grande dolore, fa capo alla messa in prova di un abito nuovo”.
Marcel Proust
La trama
Enrico (Tony Musante) è un suonatore di oboe alla Fenice. Scopre di avere poco tempo da vivere perché minato da un terribile male. Decide di invitare la ex moglie Valeria (Florinda Bolkan) a Venezia per dirigere in sua presenza il concerto “Anonimo Veneziano” che ha sempre desiderato e sognato di dirigere. Lei, nel frattempo, si è rifatta una famiglia in un'altra città e in un primo momento diffida dell'ex marito pensando a una minaccia nei confronti del suo nuovo compagno. Ma alla fine accetta e vagabondando con Enrico per Venezia, la città in cui vissero la loro unione, ritrova qualcosa della felicità di un tempo e si accorge d'amarlo ancora. La rivelazione del terribile male che ha colpito Enrico distrugge Valeria nel profondo, e a lui si concederà per un'ultima volta e per un definitivo addio. E prima di morire Enrico potrà finalmente dirigere la sua orchestra nel concerto per oboe noto come "Anonimo Veneziano".
In questo dolorosissimo conflitto coniugale, nello scenario della splendida cornice della romanticissima laguna, e il sottofondo delle imponenti musiche, si consuma l’ennesimo dramma d’amore. Amori impossibili, impediti, sbagliati, fuori tempo che, ogni tanto, il buon cinema ci offre, ma che la vita non ci risparmia, magari non proprio e per fortuna con le stesse modalità del film in questione.
Un uomo è in attesa alla stazione, il suo sguardo è assorto, pensieroso e visibilmente nervoso. Osserva il cartellone con gli orari dei treni, ha nelle mani un mazzo di fiori. Si avvicina al binario dove dovrebbe giungere il treno che attende con ansia e con un sorriso ironico getta i fiori appena acquistati sulle rotaie. Arriva il treno. Tra la folla l'uomo intravede una donna affascinante, molto elegante, occhiali scuri e atteggiamento distaccato, freddo, quasi infastidito. "Grazie di essere venuta", le dice cordialmente. "Me l'ha consigliato l'avvocato" è la secca replica di lei. "C'è un treno fra un'ora, se vuoi rientrare!" riprende lui. "Bene se ti basta un'ora...". Enrico e Valeria erano marito e moglie, e un tempo non troppo lontano si erano molto amati.
Ma perché questo film è così particolare? É l’atmosfera nostalgica e romantica di cui è attraversato tutto il film, i dialoghi delicati ed eccelsi, gli sguardi intensi, e i lunghi eloquenti silenzi. É sicuramente la magistrale interpretazione – in particolare - di Tony Musante che, a noi donne, non poteva sfuggire, così come la sottile complicità che, malgrado tutto, è rimasta nella coppia, nonostante abbia conosciuto i veleni che l’amore può offrire, attraverso la sofferta separazione. É la grande interpretazione di Florinda Bolkan, la bellissima e misteriosa Valeria, che si riscopre ancora follemente innamorata dell’ex marito e pronta a rinunciare a tutto per lui, anche se questo accadrà nel momento più sbagliato, nel momento di un addio obbligato e definitivo. É, infine, il bellissimo, struggente e indimenticabile dialogo, che definisco decisamente il punto clou della scena e del film. Accade prima che i due ex coniugi entrino nella chiesa sconsacrata per l’ultima ambita e anelata esibizione dell’"Anonimo Veneziano " che segnerà l'ineluttabile destino di Enrico, l’ultimo atto di vera vita in cui Valeria manifesterà il desiderio di restargli accanto fino alla fine dei suoi giorni. É il rifiuto coraggioso e dignitoso di un uomo che dolcemente ma decisamente non vuole che lei, l’amata, lo veda consumarsi nel peggior modo in cui un uomo possa trasformarsi.
Le ultime toccanti parole: "Non ti ho dato che male!" afferma l'uomo. "Non pensarlo mai, puoi farmi tutto tu!" replica convinta Valeria. "Perché sono tuo marito o perché muoio?" domanda Enrico. "Perché ti amo!" è l'inequivocabile risposta di lei. Brividi lungo la schiena per i super romantici che non possono che apprezzare e magari anche sottoscrivere.
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