Ogni qual volta il nostro giornale osa mettere in evidenza le malefatte degli extracomunitari, esattamente come realizza con quelle dei connazionali, ecco che scatta la parola “razzismo”. Addirittura una specie di sedicente santone si è permesso di sproloquiare, in un delirante commento, offendendo, a tinte da querela, il nostro giornale e chi vi opera. Se la legge lo riterrà offensivo, pagherà il suo dazio.
Questo nostro nuovo mondo è letteralmente ipocrita e finto buonista. E smettiamola, in modo definitivo, di recitare la poesia che siamo tutti felici e contenti di accogliere ogni giorno un flusso di immigrati da campare sulle nostre spalle, quando non possiamo campare neanche i nostri figli. Ormai tutti sanno quanto ci costano, e a vederli passeggiare - nullafacenti - con le cuffie e gli smartphone danno realmente fastidio, a fronte di famiglie a cui tolgono i figli perché sono senza tetto e senza lavoro. Vergogna! Parola da me fin troppo inflazionata che non finirò mai di scrivere. Mare Nostrum o Pater Nostrum, che qualcuno si illumini di immenso e la si finisca con questo scempio di vite, degli immigrati e dei connazionali. Mentre i primi, utilizzati da malfattori, cercano l’isola felice (!) a costo della stessa vita, i nostri poveri connazionali, ex imprenditori o semplici lavoratori si uccidono, perseguitati dal male di vivere e dagli strozzini autorizzati dallo stato (minuscolo).
Con l'ipocrita affermazione che gli immigrati sono una risorsa, se ne vuole favorire un maggior afflusso in Italia, piuttosto che una reale regolamentazione. Mi chiedo: perché l’Europa così intelligente e generosa in fatto di contribuzione e fondi perduti nelle mani dei politici, o non si sa di chi, non investe queste enormi risorse nei loro paesi? Ci vuole un genio dell’economia per fare dirottare gli aiuti direttamente in loco, scrollando l’Italia, l’unica, da tutte le responsabilità morali ed economiche? E basta con lo sfruttamento! Basta! Dove sono i controlli? E poi si creerebbero posti di lavoro, o no??!!
A Palermo, per esempio, sono pochi gli extracomunitari che hanno un vero lavoro regolare. La maggior parte svolge l'attività di ambulante (ovviamente abusivo, ed esentasse!). Ormai siamo afflitti dai ricatti delle loro facce che gridano diritti, perfino sulle spiagge dove vendono collane, o fiori nei semafori e nei ristoranti, e fiumane di altri poveri approdati che bivaccano nei parcheggi dei centri commerciali, ospedali, uffici pubblici e perfino nei cimiteri... Ho avuto modo di constatarlo per un recente lutto. In questo modo possiamo consolarci per la perdita di una persona cara, fra un eterno riposo e l'altro, con l'acquisto di un ventaglio, di una cover per smartphone e così via. A questo naturalmente si aggiungano gli zingari con prole sui marciapiedi e seni al vento per l’allattamento, che per natura si offendono a solo sentire parlare di lavoro, ma non di furto negli appartamenti. Lavoro: e che sarà mai, un’epidemia mortale!? A loro tutto è dovuto per etnia, e non si discute, è così! Punto. A questi, devi dare qualcosa, prima di uscire dal cimitero, o da un altro luogo, altrimenti immagini di essere già nella fossa dopo qualche ora, tali sono le maledizioni che inviano. Che schifo! Come non proferire questa parola. Ah, dimenticavo i parcheggiatori: è spesso probabile, se non li hai pienamente soddisfatti, che al ritorno i riluttanti trovino un "segnale" nella carrozzeria come a dire "te la sei voluta!"; dimostralo ora. Quindi, ogni mattina, povero disoccupato italiano, che non hai Stato né nessuno che ti/ci protegga, esci munito con almeno cinque o dieci euro in monetine (fattele prestare, poi ci pensa Equitalia), così non sarai additato come razzista, avrai la coscienza salva e le porte del Paradiso spalancate, anche se non potrai mangiare neanche un misero panino. Capito? Siamo braccati a casa nostra. Pazzesco! Gli immigrati sono una risorsa? A voi, gentili lettori le debite conclusioni. Io le mie le ho già espresse abbondantemente. Dimenticavo: ho salvato un extracomunitario dalla strada, che oggi vive con la mia famiglia, e a sua volta ha famiglia, una casa e una vita più che decorosa. E’ soltanto una questione di saper vivere e saper fare, disciplinare gli afflussi. Ma chi è ricco e potente – il politico ad esempio - non lo capisce. E ancor meno chi vive senza regole, come un bohemienne. C'est la vie! E che Mare Nostrum continui, a tutte vele.