Non ne posso più di sentire dire dalla casta questo è populismo è demagogia!
Anche stamattina in televisione stesso ritornello, non mi ricordo neanche da chi, talmente alto è stato il disgusto provato nel sentire questi termini usati insieme. Di sicuro sono parole abusate in modo improprio e, soprattutto, a convenienza dalle parti politiche chiamate in causa per giustificare i loro plateali fallimenti. I politici al potere usano demagogia in senso dispregiativo, considerando un comportamento scorretto da parte degli avversari, ma in realtà si tratta dell’ennesimo inganno per la popolazione, spesso disinformata, ignorante, frammentata e sempre da manipolare.
Il populismo, dall’inglese populism, è un’espressione culturale e politica che esalta il popolo, sulla base di principi e programmi ispirati al socialismo, anche se il suo significato viene spesso confuso con quello di demagogia. Il populismo può essere sia democratico e costituzionale, sia autoritario. Nella sua variante conservatrice è spesso detto populismo di destra.
Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che, attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo, mira ad accaparrarsi il suo favore. Il demagogo suole far leva su sentimenti irrazionali e bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l'odio nei confronti dell'avversario politico o di minoranze utilizzate come "capro espiatorio" e come "nemico pubblico", utile alla formazione di un fronte comune, uniformato temporaneamente dalla medesima lotta e dunque scevro di dissenso interno. (Fonte Wikipedia).
Il fatto vero è che questo Paese è sempre stato (S)governato da persone che avevano e hanno tutto l’interesse di non decidere di governare per il bene comune. Solo non decidendo e non governando si sono presi, in un crescendo totalitario, l’intero potere politico, sindacale ed economico, in tutti i settori ad esclusivo uso e consumo. E i bisogni dei cittadini? Sono certa che neanche conoscano la vera realtà del Paese. Sono "personalità" ormai troppo distaccate, sanno solo litigare per preservare i loro assurdi ed immotivati privilegi. Perfino i sindacati fanno soldi e carriere sulla NON decisione. I politici hanno nutrito - e continuano ad alimentare indisturbati - le loro grasse carriere tra inciuci e corruzione, fregandosene del popolo e dell’economia italiana che si trova ancora in uno stato di collasso, e resta pertanto imprigionata nella spirale recessiva. Anche il potere giudiziario sembra viziato da questo climax e ogni giorno ci propina sentenze sempre più discutibili e dibattute nei talk show. Reticenze, connivenze, settori deviati dello Stato, addirittura trattative con la mafia: se ne parla da decenni, e sempre con l’aggettivo presunto. Ma responsabili e galera quasi mai. Le forze politiche su questo fronte si sono coalizzate, non c’è destra né sinistra per fare leggi ad personam. E quindi? Ribellarsi, parlare, adirarsi, cercare con i pochi mezzi che ci restano di fare qualche cosa si chiama fare populismo? E la demagogia chi la farebbe? Una bagarre televisiva combinata per tacitare qualche animo e per assicurarsi vantaggi raggirando il popolo con discorsi ingannevoli? E facendo anche promesse irrealizzabili? Trattasi, in realtà, di una tecnica molto antica e conosciuta sin dai tempi dell’antica Grecia e vista come una degenerazione della democrazia.
La demagogia in realtà è solo una bella bugia basata sulla disinformazione, l’ignoranza e la frammentazione sociale, la prova evidente di una democrazia mai realizzata.
Ogni imprenditore suicida ci fa male, ogni malato che corre nelle ambulanze alla ricerca di un posto in ospedale procura un dolore che va oltre il pensiero di una vita perduta e che contempla lo sfascio di una società insensibile e arrivista.
Ed è per questo che anche noi, inerme popolo, facciamo ragionamenti populisti ed inutile demagogia. Di fatto sono solo sfoghi di persone in stato di bisogno e utilizzate come burattini da una casta ben organizzata e strutturata.
Marina De Luca
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