A Torino un po’ di sicilianità con il "Flauto magico" di Roberto Andò

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Pubblicata il: 13/01/2014 - 19:29
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Il teatro Regio presenta in cartellone “Il Flauto magico” con un bel cast, una valida direzione d’orchestra e con la regia brillante e frizzante del palermitano Roberto Andò.

Il suo curriculm vanta lavori cinematografici anche come sceneggiatore, lavori teatrali e regie d’opera.

Nel caso considerato del Flauto Magico a Torino la regia di Andò è veramente un plus, è veramente la gemma che impreziosisce con fedeltà  e semplicità la narrazione musicale.

Teatro Regio di Torino 11 gennaio 2014

IL FLAUTO MAGICO  -   Die Zauberflöte

Singspiel in due atti di Emanuel Schikaneder

Musica di Wolfgang Amadeus Mozart

 Sarastro,  In-Sung Sim

 Astrifiammante, Regina della Notte Christina Poulitsi

 Tamino, Tony Bardon

 Pamina,  Ekaterina    Bakanova

 Papageno, Thomas Tatzl

 Una vecchia (Papagena) soprano Laura Catrani

 Prima dama  Talia Or

 Seconda dama  Alessia Nadin

 Terza dama  Eva Vogel

 Monostato,  Alexander Kaimbacher

 Oratore degli Iniziati e Una voce baritono Ryan Milstead

 Primo fanciullo, Martina Pelusi

 Secondo fanciullo, Emma Bruno

 Terzo fanciullo Luca Coretti

 Primo sacerdote e Secondo armigero  Klaus Kuttler

 Secondo sacerdote e Primo armigero  Dario Prola

 Direttore d’orchestra Christian Arming

 Regia Roberto Andò

 Scene e luci Giovanni Carluccio

 Costumi Nanà Cecchi

 Assistente alla regia Emmanuelle Bastet

 Direttore dell’allestimento Saverio Santoliquido

 Maestro del coro Claudio Fenoglio Orchestra e Coro del Teatro Regio

Allestimento Teatro Regio [Produzione originale: Teatro Massimo di Palermo]

Il delicato equilibrio tra il bene e il male nell’opera magica di Mozart

La grandiosità della realizzazione di Roberto Andò –regia- sta nella lineare semplicità narrativa che esalta il magico ed il fiabesco ; la messinscena è scevra da clamorosi cambi  (molto pulite e gradevoli le scene di Giovanni Carluccio che disegna anche le luci e con le quali gioca in un alternarsi di sfumature e vividezze fiabesche); evitati anche repentini cambi di costumi firmati da Nanà Cecchi pienamente in linea con lo spirito dell’intera messa in scena.

La linearità e le idee azzeccate di azione scenica, hanno permesso di vivere la narrazione musicale con rilassata e coinvolta partecipazione.

Sul podio il giovane Christian Arming  si avvale della sola gestualità delle mani, senza la bacchetta,  e sa trarre atmosfere magiche con suggestive luminosità e reconditi sussurri con una direzione fedele, attenta e partecipata.

Toni Bardon, nonostante l’annuncio di una indisposizione, riesce a mantenere gradevolezza durante tutta l’opera realizzando però un Tamino non decisamente battagliero.

Ekaterina Bakanova regala brillantezza scintillante e toni accorati in una Pamina risoluta e caratteriale.

Sarastro ha il volto e la voce superba, di un bel tono profondo e colore brunito che scorre sui velluti di   In-Sung Sim.

La regina della Notte è interpretata da Christina Poulitsi che si lancia in colorature definite ed eleganti con interessante presenza scenica avvalorata dalla regia e dalle luci, come all’inizio quando appare sospesa nel vuoto in un cerchio colorato atemporale. All’inizio dell’opera il cerchio è sovente simbolo e presenza che inquadra e definisce con la propria geometrica perfezione. Nel corso della rappresentazione i simboli dell’antico Egitto avvaloreranno poi l’ambientazione.

Le tre dame: prima dama  Talia Or,  seconda dama  Alessia Nadin e terza dama  Eva Vogel, con costumi accattivanti ed attrattivi e molto coordinate, rendono dei bei momenti di ascolto  e sia il soprano che i mezzosoprani ottengono meritati apprezzamenti.

Delicata ed aggraziata l’idea dei tre giovanetti che –voci bianche- guidano ed indicano  il cammino seduti su una argentea barca sospesa….

Il moro Monostato è un vivace ed imperioso  Alexander Kaimbacher, molto interessante nella scena della tentata seduzione.

Papagena è la frizzante e ginnica Laura Catrani che accalappia letteralmente il pubblico con le agilità fisiche e  le agilità vocali offrendo un bel tono vibrante, mantenendo  altrettanta efficacia nei parlati.

Il giovane  ed atletico Thomas Tatzl interpreta Papageno con assoluta convinzione e quindi convince; perfettamente calato nella parte, salta, balla, corre ed esterna una voce dai colori accattivanti e seducenti. Sa essere un ottimo attore: la regia gli chiede di sedersi al bordo della buca d’orchestra, di correre tra il pubblico da solo o insieme all’intera compagnia. Simpatica la sua scena tra il pubblico con il fiasco di vino…(una spettatrice finge di bere dal bottiglione..) ed esilaranti le entrate ed uscite del cast intero in platea o dei duetti tra platea e palco.

Vividi i colori, briosa la musica, la fanno da protagonisti le forze del bene e del male, rappresentate da alternanze vocali, da una direzione orchestrale decisamente consona e piacevole oltre ad una sorta di vitalità siciliana che trapela dalla regia furoreggiante.

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