Daniel Oren - Direttore d'orchestra
Stefano Poda - Regia, scene, costumi, coreografia e luci
Paolo Giani Cei - Regista collaboratore
Ulisse Trabacchin - Maestro del coro
Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Nuovo allestimento Teatro Regio Torino
Rachel - Mariangela Sicilia
Elèazar - Gregory Kunde
Eudoxie - Martina Rossomanno
Léopold - Iotan Hotea
Brogni - Riccardo Zanellato
Ruggiero - Gordon Bitner
Alberto - Daniele Terenzi
Un araldo - Rocco Lia
Un ufficiale - Leopoldo Lo Sciuto
Un ufficiale - Andrea Antognetti
Uomini del Popolo - Lorenzo Battagion, Alessandro Agostinacchio, Roberto Calamo, Andrea Goglio
Un titolo decisamente non così usuale ed impegnativo apre la stagione del Teatro Regio di Torino 2023/2024. Una vicenda intricata ed intrigante, Musica molto...molto bella ed allestimento spettacolare rendono questa produzione unica e di tutto rilievo nel panorama dei cartelloni operistici nazionali.
La Juive| Fromental H
La juive (l’ebrea) è una delle opere più rappresentative del "Grand Opéra à la française" ed il libretto molto bello è di Eugène Scribe. L’azione si dipana in cinque atti che presentano situazioni spettacolari e che nella produzione del Teatro Regio superano ogni aspettativa. La messa in scena è talmente complessa ed articolata che non riesco a ricordare molti particolari e dettagli, anche in virtù delle quattro ore di musica e della straordinarietà dello spettacolo.
La direzione è affidata a Daniel Oren, già apprezzato nel 2007 all’Opera Bastille di Parigi, nella conduzione della stessa opera. Oren è sicuramente uno dei più affermati direttori sulle scene teatrali del mondo, il quale dirige con passione, misura ed inevitabile coinvolgimento. Trae tutto il vigore e tutta l’intimità della narrazione musicale seguendo orchestra e cantanti con partecipazione ed attenzione.
Il cast da qualche critico è stato definito ‘stellare’ e dopo averlo sentito non si può che concordare! Tutti quanti all’altezza del ruolo e in sintonia tra di loro, per cui il palco è risultato omogeneo e, tanto per ripetersi, davvero stellare.
E’ la prima volta che sentivo e vedevo Mariangela Sicilia e mi ha vocalmente stupito nel ruolo di protagonista per l’estensione vocale e la naturalezza interpretativa ricca di espressività: decisamente coinvolta nel ruolo del titolo. Parimenti Martina Russomanno ha dato prova di agilità e fraseggio che hanno tratteggiato il ruolo della sensuale principessa. Applausi a scena aperta per tutti, ma Gregory Kunde ha estasiato per potenza, duttilità, fraseggio ed interpretazione, riuscendo a disegnare ogni aspetto ed ogni sentimento del suo Eléazar (dal podio anche D.Oren non ha trattenuto un applauso dedicato). Iohan Hotea ha reso Leopold con voce chiara ed armoniosa e Riccardo Zanellato con bel timbro e colore ha interpretato il cardinale facendo emergere tutta la caratterialità del personaggio. Bravi anche tutti gli altri interpreti: Gordon Bitner, Daniele Terenzi, Rocco Lia, Leopoldo Lo Sciuto, Lorenzo Battagion e Roberto Calamo.
Regia, scene, costumi, coreografia e luci sono realizzate dall’affermatissimo Stefano Poda, con il collaboratore Paolo Giani Cei.
La messa in scena di Poda è davvero la differenza tra un allestimento bello e curato ed un allestimento anche preciso e visionario. Poda conosce la musica, quindi ogni luce, ombra, passo o gesto è perfettamente aderente alla nota suonata in quel momento e questo non è decisamente un elemento scontato quindi di tutto rilievo; emerge anche lo studio dell’opera e del periodo storico in cui è ambientata (in questo caso il Concilio di Costanza del 1414) e del carattere intimo ed in evidenza dei vari personaggi, riuscendo a narrare la vicenda esponendola in raffronto a problemi che si ripetono ai giorni nostri. Poda è spettacolare e riesce addirittura difficile raccontarlo, talmente tanti sono i messaggi che lancia e le situazioni che evidenzia: “...quando la religione diviene idolatria ...è sicuramente pericolosa..” ed aggiungo che sovente è pretesto per guerre, deportazioni, crimini e miserie. Le luci le usa in modo raffinato ed elegante; i costumi intendono contrapporre le identità di cristiani ed ebrei (1414). Usa piani di palco diversi per disegnari i vari scenari ed i diversi punti di osservazione e le differenze di ogni genere.
Realizzazione colta e raffinata.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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