Mamma, lo so,
in fin dei conti siamo di passaggio,
e dal dolore c'è sempre una lezione,
una rassegnazione.
Siamo come candele nella notte,
luci flebili senza futuro,
foglie al vento senza meta.
Improvvisamente il dolore ci spezza,
ci dilania senza fine.
Questa è la vita,
dicono in coro...
sono i sapienti
dalle ali d'oro.
Ogni fragile giorno,
Sfioro con dita leggere la tua gloriosa foto,
icona di assenza presenza
Mamma, un nome sospeso ...
Ti chiamo, ti imploro,
Mamma!
Mi vedi ancora?
Mi senti come allora?
Io ti parlo oggi come ieri...
Amo il tuo sguardo
vuoto e sornione,
Il sorriso profondo
appena accennato,
compagno fedele nel cuore.
Amore mio sovrano,
mi hai spezzato il cuore,
non tornerò mai più alla vita
come al tempo delle viole:
ma sarò sempre una combattente.
Per il tempo che rimane...
abbiamo investito tanto.
Tutto il resto è morto,
è sepolto con te e con me,
nel nostro scrigno segreto.
Mamma,
lacrime sgorgano senza permesso,
malinconici struggenti ricordi
irridono fiumi di dolore,
ogni delicato pudore,
ogni tempo,
ogni nota,
ogni speranza.
La battaglia continua,
Mamma!
Non mi lasciare sola,
Resta con me,
Mi manchi!
E come ieri,
trattieni le mie mani con la tua forza,
Il baratro mi attrae,
mi confonde.
Spesso ci penso,
ma non posso.
Non ancora, mamma!
Il buio non ha più un nome,
esso è.
Lo sto imparando vivendolo.
Eppure c'è ancora vita.
Mamma!
Marina De Luca
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