Nello scorso periodo natalizio, un invito rivoltomi da Marco Muscianisi, giovane di rare virtù: manifestare un’opinione su un libro. Ho accettato volentieri, ma non mi è stato possibile leggere nei giorni successivi. Fin dalle prime pagine, infatti, la certezza che “Bella” fosse un testo da esaminare con attenzione, quindi con calma. Una premessa: non conosco l’Autore, Gianluca Caravello e non conosco Giambra Editori. La condizione ideale per esprimere un giudizio non condizionato, seppure lievemente, da rapporti di amicizia o di qualsivoglia altro genere. Ed eccolo, il giudizio: Caravello ha talento, molto talento. Non sono un critico letterario, ma non ho dubbi. “Bella, la cagnolina che scodinzola con lo sguardo: 117 pagine dense, commoventi, profonde. Permeate, soprattutto, da Amore. Parola sconosciuta o distorta, in questi tristi giorni che stiamo vivendo. Tristi anche per la letteratura, le librerie sono colme di testi buoni soltanto, a dir poco, per il macero, nonostante firme “prestigiose”, sia per quanto riguarda gli autori sia per quanto riguarda gli editori. Trovare un buon libro è diventato difficile. Ma tant’è. Gianluca Caravello, nato nel 1980 a Milazzo, ha già scritto “Da Lontano” (Altromondo, 2009), che acquisterò con entusiasmo, sicuro di non restare deluso. Ma torniamo alla sua seconda fatica. Da leggere in momenti di serenità, anzitutto. Leggere e gustare fin dalla prima pagina. Presentata con una parola inusuale: ouverture. Delicata e che, di solito, si usa nel lessico musicale. Non è da ritenersi fuori luogo, il testo è, infatti, una melodia che s’incunea nell’animo e lo fa vibrare come e forse più di un violino o di un’arpa. Quale l’argomento trattato? L’amore intenso tra esseri umani e una cagnolina. Storia semplice, tutto sommato, e comune. Ma che la penna di Caravello rende unica e profonda. Certo, qualcuno potrebbe sollevare qualche critica proprio sulla trama in sé, ritenendo esagerato il trasporto affettivo nei confronti di un cane. Non è il mio caso, capisco come e perché si possa giungere a elevati livelli di coinvolgimento emotivo, ho sempre vissuto con gli animali e non riuscirei a farne a meno. Unico, e peraltro modesto, neo: un’eccessiva estensione dei periodi. Che non irrita il lettore esperto, ma potrebbe ostacolare chi smaliziato non è. Alcuni refusi, invece, dovranno essere eliminati nelle ristampe, che auguro numerose. Proprio perché in una sinfonia non deve esistere una sola nota fuori posto. Possono i cani aiutarci nella dura lotta dell’esistenza? Lascio a Gianluca la risposta, che condivido del tutto: “Nel nostro corpo abitano due anime, che fanno capo a due istinti, quello della sopravvivenza e quello di autodistruzione. Tutta la vita è una lotta continua dove in certi periodi prevale l’uno e in altri il suo rivale, ma è sempre una cosa momentanea data la situazione, dal tempo o da come ci svegliamo la mattina, un giorno siamo pronti a fare un tuffo di dieci metri da una scogliera, l’altro non ci fidiamo neanche a mettere un piede fuori di casa. Allo stesso modo un giorno ci lamentiamo di quello che è stato e un altro ci perdiamo nei ricordi come se fossero la parte più importante di noi. Siamo schizofrenici. E i cani ci aiutano a guarire, rimettono ordine nelle nostre teste, ci fanno vedere tutto da un’altra prospettiva, ci offrono una visuale nuova su di noi e sul mondo che ci circonda, ci liberano, per pochi, pochissimi istanti, dal pensiero che ci opprime, e quando li abbracciamo tutto quel rumore che è una costante delle nostre ore quotidiane, tutta quell’orchestra che suona ininterrottamente nelle nostre teste si ferma. E tutto quello che proviamo è pace”. Buona lettura!
L’Autore aderisce alla campagna di sensibilizzazione promossa dall’Associazione “Amici degli animali” di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) contro il randagismo.
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