Il 27 agosto 1859 rappresenta una data storica per gli aspetti positivi e negativi esercitati sui destini dell’umanità. In quel giorno, infatti, entrò in funzione il primo pozzo petrolifero. Fu scavato a Titusville, in Pennsylvania, da due lungimiranti e intraprendenti personaggi: Edwin Laurentine Drake e William Smith. Il primo, ex bigliettaio di battelli a vapore, il secondo ex ferroviere. A quel tempo, Titusville era un paesino abitato da appena 125 anime e tale Samuel Kier, proprietario di una miniera di sale, aveva notato che insieme al sale stesso emergeva anche petrolio. Sì preoccupò non poco, confidandosi con Drake che, invece, intuì immediatamente l’importanza del fenomeno. Anche se il petrolio veniva usato solo come combustibile per lampade, era infinitamente più redditizio del sale. Non gli fu difficile convincere lo sconsolato Kier a vendergli la miniera. Che, infatti, si decise a cederla. Drake chiamò Smith, soprannominato “zio Billy”, per iniziare, nel maggio del 1858, i lavori di perforazione. Il pozzo era profondo 21,2 metri, ma esistevano notevoli problemi economici. Per trovare fondi sufficienti, il geniale Drake si spacciò per colonnello interessato a ricerche geologiche. Tuttavia, regnava il più totale scetticismo e le difficoltà sembravano insormontabili. I due, però, non si arresero e progettarono un semplice ma efficace metodo di estrazione: torre con un bastone di legno collegato a una trivella a bilanciere, azionata da un movimento alternato verticale. Il sopraggiungere dell’inverno impedì le ricerche, ma con l’arrivo della primavera il lavoro riprese alacremente, pur con scarso successo: spesso si verificavano crolli. Tanto che i finanziatori della società Seneca Oil Company spedirono una lettera con la quale intimavano la cessazione delle trivellazioni. Fu solo alla fine di agosto che dal pozzo sgorgò l’oro nero. Pare che Drake abbia gridato: “Sono dollari, dollari, quelli che emergono in superficie!”. Tuttavia, incredibilmente, non si arricchì. Preso dall’euforia, dimenticò perfino di brevettare l’idea. Si lanciò in speculazioni sbagliate e ritornò in povertà, tanto che i cittadini di Titusville gli concessero carità. In seguito gli fu assegnato un vitalizio, ma morì in totale miseria, nel 1880. Da precisare che su questa vicenda esistono versioni un po’ contrastanti, ma quella evidenziata nell’articolo appare la più credibile.
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