A fronte di un continuo aumento a livello globale di casi di vaiolo delle scimmie, l'Organizzazione Mondiale della Sanità intende rivalutare se l'epidemia costituisca un'emergenza di salute pubblica di portata internazionale.
A fine giugno, il Comitato di emergenza dell'OMS aveva stabilito che l'epidemia non soddisfaceva i criteri per una tale dichiarazione. Tuttavia, poiché il virus continua a diffondersi, il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, vuole che il comitato affronti nuovamente la questione, sulla base dei dati più recenti sull'epidemiologia e sull'evoluzione dell'epidemia.
L'OMS afferma che il vaiolo delle scimmie non è un'emergenza di salute pubblica internazionale, ma deve continuare a essere monitorato. Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che convocherà il comitato nella settimana del 18 luglio, o prima se necessario.
L'OMS definisce un'emergenza sanitaria di portata internazionale "un evento straordinario" che costituisce un "rischio per la salute pubblica di altri Stati attraverso la diffusione internazionale della malattia" e che può "potenzialmente richiedere una risposta internazionale coordinata". "Per quanto riguarda il vaiolo delle scimmie, continuo a essere preoccupato dalla portata e dalla diffusione del virus. In tutto il mondo, sono stati registrati più di 6.000 casi in 58 paesi", ha dichiarato Tedros. "I test rimangono una sfida ed è molto probabile che ci sia un numero significativo di casi non rilevati", ha aggiunto.
"L'Europa è l'attuale epicentro dell'epidemia e registra oltre l'80% dei casi a livello globale". Il vaiolo delle scimmie, una malattia virale, si è riscontrato soprattutto nell'Africa centrale e occidentale, dove il virus è endemico, ma nell'ultima epidemia si è diffuso in molte regioni del mondo dove non è tipicamente presente. Sono stati segnalati casi anche in paesi africani che in precedenza non erano stati colpiti dal virus, e nei luoghi in cui il virus è endemico si stanno registrando numeri record, ha dichiarato Tedros. I team dell'OMS stanno seguendo da vicino i dati.
I primi dati sull'epidemia hanno suggerito che uomini gay e bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini rappresentano un numero elevato di casi segnalati, con la conseguente preoccupazione di stigmatizzare la malattia e la comunità LGBTQ. Tuttavia, chiunque sia stato a stretto contatto con una persona affetta dal virus può essere a rischio.
Fonte: Rai News
Fonte Immagine: Depositphotos
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