"Dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi". Basterebbe questa frase di Matteo Salvini, ministro degli Interni e vicepresidente del Consiglio dei ministri, per far tremare le fondamenta dei palazzi di molte istituzioni sanitarie italiane, europee e mondiali. La singolare e spericolata esternazione è opera proprio di Salvini in persona, che pochi giorni fa in diretta con l'emittente radiofonica Radio Studio54 ha anche rinnovato l'impegno di "permettere che tutti i bimbi possano andare a scuola e possano entrare in classe". Compresi quelli non vaccinati, perché - come affermato dal Ministro - i dieci vaccini non sarebbero che una fonte di rischi e un'inutile discriminante. Ma mentre sui temi dell'immigrazione o della tassazione per gli imprenditori Salvini ha margini di manovra e negoziato, stavolta il leader della Lega ha realizzato il più clamoroso degli autogol, in pieno spirito dei mondiali di calcio.
I vaccini non sono facoltativi, e questo è già un dato di fatto. Non si tratta della "possibilità" di sottoporre i propri figli a tali pratiche sanitarie, ma di un obbligo. Il ministero della Salute prevede dieci vaccinazioni obbligatorie [contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella - dati Aifa 2018], che rientrano tra i doveri del genitore nei confronti della salute dei figli, altrimenti esposti irrimediabilmente a contagi sicuramente più alti e probabili. Non solo, ma i vaccini - tutti per minori tra 0 e 16 anni - sono disponibili a titolo gratuito. Ciò potrebbe costituire (ma non lo è necessariamente) un'ulteriore prova del vero obiettivo delle vaccinazioni: la protezione e la salvaguardia degli esseri umani. Eppure, da qualche anno a questa parte impazza ormai un vero e proprio uragano di polemiche che ciclicamente riporta il tema dei vaccini e le loro "oscure finalità" al centro del dibattito politico. Stavolta l'autore della riesumazione è stato Matteo Salvini, che ha temporaneamente dismesso i panni del ministro per indossare il camice bianco, e ha espresso la propria contrarietà in materia.
Dall'altra parte della trincea il ministro della Salute Giulia Grillo - esponente del Movimento Cinque Stelle che vigila sul contratto del "Governo del Cambiamento" - e il virologo e immunologo Roberto Burioni, che sono medici per davvero ma non per questo vincitori scontati del dibattito. Non in Italia almeno, dove la dietrologia e il conflitto di interessi sono ovunque, anche dove in realtà non ci sono, anche dove andrebbe messo da parte l'astio reciproco tra categorie socio-politiche per dedicarsi a materie condivisibili come la scienza e il progresso. Il ministro Grillo ha fatto la voce grossa con Salvini, tuonando "I vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria" e affermando che in discussione sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione. Ancor più accesa la risposta di Burioni, ormai avvezzo all'uso dei social network come "divulgatore popolare": "Ministro - dice il medico a Salvini - i vaccini proteggono lei, i suoi figli e i suoi elettori. La sua è una bugia pericolosissima". Le risposte del vicepremier? La consapevolezza che la competenza non è del proprio ministero, e la sincera ammissione di aver vaccinato la propria prole.
Ma perché dare addosso alle vaccinazioni, se poi si va incontro all'incoerenza tra fatti e parole? Salvini ha forse fatto un passo indietro sull'irresponsabile autogol o sta cercando di spegnere le polemiche per riformulare meglio una proposta che giudica ancora valida? La più ovvia preoccupazione è che la tattica dello scoraggiare le istituzioni possa aizzare una base elettorale - che esiste ed è risaputo - contraria ai vaccini perché fantomatici studi avrebbero dimostrato la correlazione tra gravi disturbi di salute (come diabete e autismo) e vaccini. Niente di più falso e infondato, ma per evitare inutili allarmismi e false speculazioni, nell'aprile 2017 è stato pubblicato il Quaderno del ministero della Salute Vaccinazioni, stato dell'arte, falsi miti e prospettive. Il testo è stato pensato come una proposta scientificamente solida per rispondere alla crescente domanda di informazione.
Eppure a Matteo Salvini sembra non esser bastato: la controversa e mai lineare politica italiana potrebbe pur sempre strumentalizzare la questione vaccini per favorire lobby e categorie privilegiate, come i produttori dei vaccini stessi. Sfiducia nelle istituzioni italiane? A disposizione degli scettici c'è anche una smentita estera degli effetti collaterali dei vaccini, opera del gruppo di esperti incaricati dall’Institute of Medicine statunitense su commissione del Department of Health and Human Services (il ministero della Salute USA), che gestisce il programma sugli effetti avversi dei vaccini. Il Dipartimento ha chiesto all’Istituto di ricerca di valutare il legame fra 8 tipi di vaccini e una serie di effetti collaterali, per capire quali di essi e in quale misura fossero davvero attribuibili alla vaccinazione. Ebbene, nessuno dei vaccini analizzati comporta come conseguenze disturbi quali il diabete di tipo 1 o l'autismo [Fondazione Umberto Veronesi]. Se poi si vuol fare allarmismo per una canonica, lieve febbre conseguente alla "punturina", si faccia pure.
Ma non sembra sufficiente nemmeno questo. L'Italia può anche non esser mai sazia di verità, ma cerca solo le verità che piacciono. Il popolo è ferito, punito e senza guida, e va costantemente a caccia di colpevoli; chi subisce ingiustizie trova un capro espiatorio, per quelle che sono disgrazie e sventure della vita, in coloro che invece la vita cercano di preservarla. Giunge oggi la notizia di una bambina di 6 anni non vaccinata morta a novembre scorso nella vana lotta contro il meningococco C, che l'ha sottratta a questo mondo in appena quattro ore. La meningite è aggressiva e rapida, e solo il vaccino può fare da primo filtro efficace. E dire che il vaccino per la meningite non fa nemmeno parte dei dieci obbligatori. A Salvini si può offrire uno spunto: perché non battagliare per includerlo tra gli "inutili", così da sminuirlo ulteriormente? Che gran vittoria del buon senso, sarebbe. Il Ministro ha gettato parecchia benzina su un fuoco mai spento, scoperchiando nuovamente un calderone di polemiche e disinformazione che mai potrà riuscire a convincere (che sarebbe ancor meglio di obbligare) tutte le voci fuori dal coro. Quasi al punto da trasformare Roberto Burioni, e chiunque la pensi come lui, nella fazione pericolosa. Quella che non vuole figli dell'incoscienza, ma della scienza e della verità.
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