Vernissage giovedì 14 ottobre ore 18,00
Galleria Garage piazza di Resuttano, 2 – 90133 Palermo
Alle spalle dell'Antica Focacceria San Francesco, bisogna percorrere 50 metri a destra rispetto alla Basilica di San Francesco d'Assisi, lungo via Maletto.
Palermo, Italy
Sembra di sfogliare Le mille e una notte o i romanzi cavallereschi di Re Artù, quando si guardano i dipinti di Mario Scalese, perché ci si immerge subito in un mondo surreale, in cui tutto è avvolto da un sottile e impalpabile biancore, che ora sembra polvere atmosferica (Polvere di luna, Notte di luna calante, L’alba di Avalon) ora sottile nebbia, che si mescola e si confonde col bianco della neve (Aria di neve, Cade la neve, Stromboli), facendo raggiungere all’artista esiti da pittura astratta o quasi informale (Abstract, La strada di Sinharat, Fiori d’acciaio). Le alchimie dei suoi pensieri, i suoi paesaggi dell’anima, spesso nati dalle sue letture preferite, si avviluppano in una dimensione onirica, che dà vita a momenti di sospesione tra sogno e coscienza suscitando sottili emozioni interiori.
Tende all’alto Scalese, alle porte dei cieli, alla luna, alle stelle, in cui la sua sensibilità di artista si ritrova pienamente a contatto con la pacata armonia della realtà cosmologica, che lo eleva dalla terra, elevando a sua volta anche chi guarda.
Con occhi metafisici innesca sulle tele le fantasticherie del suo immaginario e trasforma la dimensione narrativa, trasferendola dall’esterno al mondo interiore, fino a raggiungere una visionarietà palpabile, una fascinazione visiva, che attrae l’occhio stimolandone la fantasia.
Frammenti di edifici, case sbilenche, fiori, ombrelli, sotto cui si intuisce appena la presenza umana, sospesi, intrecciano irreali girotondi nell’aria, fluttuano nello spazio, si incrociano tra le nebbie, si interpongono in volo tra vibrazioni e bagliori improvvisi di luce, creando particolari collages pittorici, ritagli di paesaggi e monumenti, che la memoria ha estrapolato dalla loro originaria unità e ricostruito in nuovi assemblaggi (Le case tra i mondi).
Le città non si distinguono: cupole, guglie, campanili si mescolano e volteggiano creando nuove realtà urbane, realtà della memoria, realtà dell’anima. Solo un profumo di favola emana da molti dipinti, un c’era una volta continuo, che ora rimanda al mondo arabo ora a certi ricordi nordici, in cui sembra apparire il fantasma di Chagall e in cui il biancore artico si intreccia con la solarità mediterranea, segnando le tappe di un incantevole viaggio tutto del suo vissuto, reale e sublimato.
Un percorso sperimentale quello della pittura di Scalese, una ricerca di pura forma e colore, che sfiora l’Astratto, come si è detto, ed anche l’Informale e perfino, talvolta, il Futurismo, pur se non con gli stessi esiti che raggiunge altrove: esemplari sono però questi suoi approdi della memoria e del sogno, in cui con predilezioni figurali e cromatiche particolari perviene a mete personali di buona qualità pittorica e immaginativa.
L’Arte aiuta talora a trasformare e a far diventare altra la realtà marcia in cui viviamo, a farcela dimenticare, ad estranearci. Ma è questo che dobbiamo chiederle?
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