stalking

Legge sullo stalking: occorre un'urgente revisione

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Pubblicata il: 20/10/2012 - 17:01
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Carmela Petrucci, anni 17, deceduta a difesa della sorella Lucia. Carmela era anche nostra figlia, figlia di tutti voi che leggete. Non mi perderò a scrivere quanto fosse bella, dolce, buona, sensibile, studiosa e perfino coraggiosa: la cronaca ha già chiarito questi punti, lasciandoci nello sgomento più profondo.  Svegliamoci, è arrivata l’ora di agire contro questo sistema squilibrato e malato che non ci protegge; e questo è un dato inconfutabile, che non può essere smentito.  Ho rivolto lo sguardo ai miei figli e ho riflettuto che, forse, non è abbastanza ciò che facciamo per loro, ma di certo non siamo aiutati da nessuno: ecco la verità! Una frase inquietante, recitava così: "Cenere sei e cenere ritornerai"  una frase scritta in un sms, alcuni giorni prima del dramma, decisamente sottovalutato. Non c’è premeditazione, è un raptus? Non diciamo eresie: non siamo forse di fronte ad una tragedia annunciata? La cronaca racconta che Lucia, sorella della vittima, terrorizzata dal continuo stato persecutorio del giovane stalker Samuele e dall’inquietante frase, chiaramente intimidatoria,  si rivolgeva ai carabinieri, che, con una superficialità quasi da manuale, rispondevano: "Basta che cambi numero". Ma che significa? Cos'è? Una frase  per  tranquillizzarla, superficialità, imperizia o mancanza di potere d’azione a fronte di una legge assolutamente da rivedere? Forse alla polizia e ai carabinieri si dovrebbero dare più poteri, poteri di vera indagine, di convocare e minacciare lo stalker al fine di far capire che non  è un gioco, che non si dicono o scrivono frasi di tale gravità, senza  neanche comprenderne l’importanza.  Questo per accertare se si è di fronte, ad un probabile e reale pericolo, ad una persona veramente disturbata.  Basterebbe dare a questi organi un primo potere di “scrematura” e demandare agli  stessi la possibilità di procedere con altri più gravi provvedimenti, fino al carcere.  E che ci vuole! Un primo avvertimento che, limerebbe,  una buona percentuale di potenziali “cretinetti”. Gli “ammalati”, quelli veri, continuerebbero, e su quelli operare severissimi interventi.  La domanda che si impone, dunque,  è la seguente: non sarà il caso di chiedere, anche attraverso una petizione, un controllo più severo e una legge a garanzia della nostra incolumità? Dare agli organi di polizia più poteri prima ancora di convocare i magistrati?  Quali azioni potranno ancora scaturire a fronte di leggi mancanti, di gravissimi vuoti legislativi a tutela dell’umanità?  La statistica è spaventosa. Omicidi e, soprattutto, femminicidi sembrano di moda. Carmela  aveva diritto di vivere la sua vita protetta da una legge garantista che non la portasse, indirettamente, alla tragica morte. É, e resterà per sempre, un esempio d’amore fraterno e coraggio che lascia profonda commozione e ammirazione.  E la sorella Lucia?  Forse vivrà profondi sensi di colpa, che inficeranno la qualità della sua esistenza, una vita senza sorrisi, così come per tutta la famiglia Petrucci. Una bella famiglia, che ha portato avanti due meravigliose ragazze, amate e stimate da chi le ha conosciute e che merita tutto il nostro rispetto e la nostra corale solidarietà. Ma voglio pensare anche a Samuele che forse poteva essere salvato da un rimprovero autorevole, perfino da una minaccia di pena certa e severissima, deterrente che l’avrebbe forse svegliato dal suo sconnesso stato mentale. Perché in Italia devono succedere le tragedie e poi provvedere con opportune leggi? Non siamo forse un Paese civile? Cosa siamo vorrei capirlo anch’io, confusa nella nebbia di sensazioni sgradevoli e dolorose, di incertezze sempre più profonde. Intanto si pensa come salvare  le baby pensioni. Ad ognuno la propria riflessione.

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